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Gesù, gli UFO e gli alieni
Armin Kreiner

Gesù, gli UFO e gli alieni

L’intelligenza extraterrestre come sfida alla fede cristiana

Prezzo di copertina: Euro 22,50 Prezzo scontato: Euro 21,35
Collana: Giornale di teologia 359
ISBN: 978-88-399-0859-9
Formato: 12,3 x 19,5 cm
Pagine: 280
Titolo originale: Jesus, UFOs, Aliens. Außerirdische Intelligenz als Herausforderung für den christlichen Glauben
© 2012

In breve

Siamo soli nell’universo? La questione è affascinante. Ma soprattutto: come si collega questo interrogativo alla domanda fondamentale sul senso della vita e su Dio? «Chi sostiene che l’esistenza di extraterrestri non metterebbe minimamente in difficoltà la tradizione cristiana dovrebbe innanzitutto spiegare perché» (A. Kreiner).

Descrizione

La probabilità che gli extraterrestri esistano può essere controversa, ma questo non depone affatto contro la possibilità della loro esistenza. Anche solo questo offre un valido argomento per riflettere teologicamente sulle conseguenze e le implicazioni di una tale ipotesi. Anche perché su ogni tradizione religiosa che non sia in grado di rapportarsi all’esistenza di extraterrestri cade inevitabilmente il sospetto che sia in qualche modo superata. Tanto più grandi sono le sue difficoltà a questo proposito, tanto più rischia di soffrirne la sua credibilità.
Oltre che molto affascinante dal punto di vista intellettuale, il problema cui si dedica Kreiner «possiede una sua oggettiva rilevanza teologica che dipende, se non altro, dal fatto di essere potenzialmente esplosivo per la teologia cristiana» (dall’Editoriale di Andrea Aguti).

Recensioni

È da poco deceduto il grande scienziato (fisico, astrofisico, cosmologo, matematico) Stephen Hawking e tra le molte narrazioni della sua vita e dei suoi insegnamenti molti media hanno citato la nota affermazione circa la presenza di forme di vita (esobiologia) intelligenti da qualche parte nelle galassie che affollano l'universo: «Ci sono, ma è meglio non cercarle». E i motivi sono altrettanto ragionevolmente credibili. Non è il luogo per entrare in un'analisi di tale questione: stelle pulsanti (LGM1)? Alieni (Little Green Men)?L’esistenza di specie intelligenti con civiltà avanzate sta comunque nell'immaginario collettivo, anche se per alcuni scienziati e gran parte dei filosofi e dei teologi la questione pare poco seria. […]

E la teologia che dice? In sintesi: nessun problema, rientrerebbe nelle prerogative di Dio creatore il creare ovunque, comunque malgrado la terra. L’extraterrestre? «È mio fratello» risposea suo tempo il gesuita argentino José Gabriel Funes.

A questo tema è dedicato il libro di Armin Kreiner, docente di teologia fondamentale (particolarmente esperto nel dialogo tra scienza e teologia e nella teodicea) presso la Facoltà di teologia cattolica di Monaco di Baviera. È inserito nella nota e stimata collana «Giornale di teologia» della Queriniana che solitamente edita importanti contributi della scienza teologica non solo europea.

E il volume, infatti, rappresenta una prima elaborazione sistematica dal punto di vista della teologia fondamentale su queste questioni. Dopo una essenziale (scarna) introduzione (pp. 23-26), nella prima parte (pp. 37-168) l'autore ricostruisce le vicende che originano gli interrogativi su cui si intende riflettere, cioè l'esistenza di esseri intelligenti non umani e della loro ipotetica «religiosità», a prescindere dalla loro oggettiva attendibilità. In ogni caso, infatti, l'interrogativo ha una sua ragion d'essere, una sua logica e una congruità concettuale indubbiamente affascinanti. La seconda parte (pp. 171-250) si apre con una considerazione intermedia circa la convenienza, diremmo, di porsi la questione sul versante teologico dal momento che le evidenze sono aleatorie. In effetti, alla positiva risposta dell'autore fa riscontro la posizione della maggior parte dei teologi i quali ritengono arrischiate non solo le risposte, ma anche e soprattutto le domande in quanto inficiate da inevitabili precomprensioni sia sul versante teologico (ad es. la concezione di Dio) sia sul versante scientifico (ad es. tipologie e modalità della vita cosmica). Per costoro rimane una prospettiva sospesa, insoluta finché la scienza non produrrà fatti, evidenze come di sua natura.

L’autore poi espone la sua riflessione, che in sintesi afferisce la questione all'ambito squisitamente cristologico in quanto sul versante della teologia non presenta significativi problemi. Infatti, la principale obiezione che l'esistenza di esseri intelligenti verrebbe a porre al cristianesimo è quello della singolarità dell'incarnazione di Dio in Gesù Cristo. Secondo Kreiner non è possibile percorre la pista amartiocentrica anselmiana (l'incarnazione è necessaria per il peccato originale), ma è opportuno avvalersi della prospettiva cristocentrica francescana (Cristo e non il peccato originale è al centro del disegno di Dio). Se gli alieni e i loro mondi insorgono, si sviluppano e decadono come nel nostro mondo (esobiologia), allora è possibile ipotizzare anche una loro «caduta naturale»; ma se ci riferiamo alla Bibbia e alla ragione l'ipotesi fondata sull'esobiologia non regge perché verrebbe sminuita l'onnipotenza creatrice di Dio. La «caduta» degli alieni non deve essere perciò «naturale», ma opzionata come testificato appunto nella Bibbia. Se tale, anche per loro ci dovrà essere un progetto di salvezza, ma con quale «Cristo»? La stessa nostra caduta e lo stesso nostro Cristo, oppure un'altra caduta e un altro Cristo? La «loro» storia della salvezza si aggancia alla nostra o ha una storia diversa? Un altro «salvatore» e un altro «cristianesimo»? Oppure svilupperà una «religione» diversa? Si aprirà un nuovo fronte ecumenico «alieno»?

Le problematiche che Kreiner tocca – necessariamente in una maniera stringata e (troppo) concisa – sono numerose, notevoli e vitali. Da leggere l'ipotesi (perché tale resta) conclusiva dell'autore. Alla fine al lettore non resta che la sensazione di un discorso acerbo e direi precoce. Troppo. Rimane pungente la percezione di invadenti precomprensioni, che condizionano e vincolano il discorrere sia di questa che delle altre esoteologie. Di più non si può ancora sperare se anche alla sua origine l'obiezione alla teologia proviene da una «scienza» che basa su pochissimi dati certi (dalla chimica all'esobiologia) la costruzione di ipotesi e di scenari possibili che restano necessariamente «immaginazioni». […]

Sfida per la teologia, forse. Ma per ora non ci sono dati tangibili, realistici, precisi, fondati e rigorosamente soppesati dalla scienza. Sfida per la scienza, dunque? Di certo è molto più complicata, intricata e spinosa che non per la teologia. Se ne riparlerà... a suo tempo.


D. Passarin, in CredereOggi 225 (3/2018) 146-149

A una distanza di 39 anni luce dalla Terra, attorno alla stella battezzata Trappist-1, orbita un sistema composto da sette pianeti simili al nostro, tre dei quali potrebbero ospitare la vita come la conosciamo. Pianeti, come si dice, «gemelli» della Terra (La Stampa, 22 febbraio). La scoperta è contenuta in una ricerca coordinata dall’Università di Liegi (in Belgio) pubblicata sulla rivista Nature – e che la Nasa ha presentato in conferenza stampa – che ha scatenato l’interesse della comunità scientifica e non. […]

La eventuale presenza di forme di vita su altri pianeti non è esclusa dalla teologia cristiana. Ad esempio il teologo tedesco Armin Kreiner in Gesù, gli UFO e gli alieni. L’intelligenza extraterrestre come sfida alla teologia cristiana (Queriniana, 2012, a cura di A. Aguti) prova a sciogliere il nodo: o si ammette l’esistenza di intelligenze extraterrestri, e allora sembra perdersi il significato cosmico dell’evento singolare di Cristo, oppure non la si ammette, e allora quest’ultimo può essere mantenuto.

Kreiner tenta di superare questa rigida alternativa concependo il problema posto dall’esistenza di extraterrestri intelligenti e della loro probabile religione alla stregua di quello che impegna la teologia cristiana con le religioni non cristiane. In particolare, la proposta di Kreiner passa per un ripensamento del concetto teologico di “incarnazione” e in particolare della tesi anselmiana della necessità dell’incarnazione di Dio in Gesù Cristo a motivo del peccato umano (Aleteia, 28 agosto 2014).

Seguendo l’indirizzo di altri teologi medioevali come San Bonaventura e Duns Scoto, egli propone di concepire l’incarnazione come il compimento del rapporto tra Dio e il mondo, dunque come un evento non collegato alla contingenza del peccato umano, ma al disegno complessivo di Dio sulla sua creazione. Ammesso questo, diviene plausibile pensare che un’incarnazione, ovvero una manifestazione di sé, come quella avvenuta in Gesù Cristo, sia realizzata da Dio anche in altri luoghi rispetto alla Terra, soltanto in forme diverse.

In modo simile a quanto sostenuto dalla posizione pluralistica all’interno dell’attuale teologia delle religioni, la singolarità dell’evento di Cristo non entrerebbe in contrasto, così, con la manifestazione di Dio in altre religioni, ma rappresenterebbe una delle forme di tale manifestazione cosmica di Dio. Si tratta di una tesi che naturalmente è discutibile sotto diversi profili, ma che rappresenta una risposta non banale o elusiva ad un problema tanto affascinante intellettualmente quanto potenzialmente dirompente per la teologia cristiana.


G. Del Guercio, in Aleteia.org 23 febbraio 2017