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Un cristianesimo possibile
Carmelo Dotolo

Un cristianesimo possibile

Tra postmodernità e ricerca religiosa

Prezzo di copertina: Euro 27,00 Prezzo scontato: Euro 25,65
Collana: Giornale di teologia 324
ISBN: 978-88-399-0824-7
Formato: 12,3 x 19,5 cm
Pagine: 424
© 2007

In breve

In una realtà postcristiana e plurireligiosa ha ancora senso parlare di cristianesimo? Può ancora la fede cristiana offrire un contributo affidabile alle domande della vita? Per queste domande non ci sono soluzioni a buon mercato. Occorre risvegliare l’inquietudine e la passione della ricerca. Solo allora la crisi che stiamo attraversando potrà rappresentare un’opportunità per ripensare il significato del cristianesimo. Nella consapevolezza che si tratta di una questione di qualità.

Descrizione

Che senso ha parlare di cristianesimo in una realtà postcristiana e plurireligiosa? Ha ancora un contributo serio e affidabile da offrire alle domande della vita? È vero: stiamo vivendo un mutamento d’epoca che sembra mettere in crisi la novità della proposta cristiana. Gli orizzonti etici, religiosi, culturali della contemporaneità pongono una sfida inedita, disegnando visioni del mondo e della realtà che esprimono distanza e disincanto da certi modi di vivere e interpretare il cristianesimo. Eppure, tale crisi rappresenta un’opportunità per ripensare il significato della fede cristiana, nella consapevolezza che si tratta di una questione di qualità. È l’itinerario che il volume suggerisce, presentando la sorprendente prospettiva che Gesù Cristo ha comunicato. Riproporre la questione di Dio per l’uomo, indicare nell’umanesimo cristiano un progetto di vita, ribadire l’originalità dell’essere-Chiesa, abilitare il tempo della vita a spazio di libertà e amore, è l’idea orientativa e programmatica che il cristianesimo offre al travaglio della storia contemporanea. Senza illusioni né soluzioni a buon mercato, ma risvegliando l’inquietudine e la passione della ricerca.

Recensioni

«Sono oltre 400 le pagine di questo volume stimolante ed ambizioso che con attenzione dialogica nell'opacità della storia vuole ritrascrivere l'identità cristiana all'interno dell'attuale morfologia culturale. [...]
Il volume di Dotolo è una sorta di “Introduzione al cristianesimo” nel tempo della postmodernità, tra analisi lucide e il tentativo di un ascolto attento del momento presente, fluido, e composito, che merita di essere letto».


A. Sabetta, in Lateranum LXXIII (2/2007) 575-580

«Dal punto di vista dell'impianto e del taglio espositivo, il saggio di Dotolo sceglie una via mediana, ugualmente distante dal saggio specialistico di “teoria” o “teologia” della cultura, come anche dal semplice inventario delle “questioni disputate” a riguardo del cristianesimo. Ne risulta piuttosto un alto racconto, denso ma anche leggibile, della logica all'interno della quale l'aggiornamento teologico della dottrina ecclesiale si mostra sensibile alla percezione del filo rosso che evidenzia la crisi e, al tempo stesso, le istanze più mature e più serie che devono essere in qualche modo corrisposte. […] Nel corso dell'esposizione, Dotolo chiama opportunamente e abbondantemente a raccolta la più accessibile letteratura teologica e non teologica, scelta fra quella che documenta e riflette una sensibilità convergente con l'enucleazione dei punti di interrogazione e di elaborazione dei temi via via toccati. Ne risulta pertanto anche il valore di strumento di largo interesse, adatto per l'aggiornamento dei docenti e per l'inventario complessivo delle questioni più rilevanti che, sotto il profilo teologico-culturale, sollecitano la coscienza cristiana nel fuoco della sfida contemporanea».


P. Sequeri, in Teologia 1/2008, 140-142

«Se è vero, come affermava qualche filosofo e teologo, posto tra l'esistenzialismo e la teologia dialettica, che nella vita è importante non rispondere a tutte le domande, bensì porsi l'interrogativo giusto, quello centrale, fondante, il presente volume si rivela un testo intelligente. Perché il suo autore, pur raccogliendo memorie già intraviste, […] ricentra l'originalità della proposta cristiana, oggi, proprio nell'esperienza di morte e risurrezione del Nazareno. Nel tempo della crisi e dei cambiamenti, l'annuncio del Vangelo si offre come nuova opportunità per l'uomo perso fra i tempi, ammaliato sempre più dalla bellezza penultima, da un orizzonte semantico solamente immanente. L'itinerario che il volume suggerisce non è semplicemente teologico, bensì antropologico: si tratta di riscoprire la qualità dell'umano in senso cristiano. È l'umano trinitario, l'umano ecclesiale. Un po' come diceva Yves Congar o Henri de Lubac: l'être ecclesial».


V. Picazio, in Asprenas 2-3/2008, 367-370