19/03/2013
246. IL LIBRO DA LEGGERE di Rosino Gibellini
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Dopo il nome di Francesco, il nuovo Papa ci fa il dono di consigliarci un libro da leggere, il libro del card. Walter Kasper sulla Misericordia, per capire il corso pastorale del nuovo pontificato.

Il libro è stato edito in Germania da Herder nel 2012, e prontamente tradotto in italiano dall’Editrice Queriniana di Brescia nel gennaio-febbraio del 2013. Un libro recente su un tema dimenticato, ma attuale: «Dopo tutte le terribili esperienze del XX secolo e dopo quelle dell’appena iniziato XXI secolo la questione della misericordia di Dio e degli uomini misericordiosi è oggi più urgente che mai» (14).

Misericordia non è un «termine sentimentale» (30), ma categoria filosofica, religiosa, biblica, teologica e culturale.

Il termine latino misericordia, in base al suo senso originario, significa avere il cuore (cor) vicino ai poveri (miseri); aver un cuore per i poveri: «In questo senso umano generale Barmherzigkeit/misericordia indica quell’atteggiamento, che supera il proprio egoismo e l’incentramento sul proprio io e che ha il proprio cuore non presso di sé, ma presso gli altri, in particolare presso i poveri e i bisognosi di qualsiasi specie. Tale autosuperamento in direzione degli altri e tale dimenticanza di se stessi non sono debolezza, ma forza» (38). Ed è un atteggiamento affine a quello della compassione per gli umani.

Misericordia è categoria filosofica: «Determinante divenne al riguardo soprattutto Jean-Jacques Rousseau. Per lui la compassione è un sentimento antecedente a qualsiasi riflessione ed è la fonte di tutte le virtù sociali» (42). Essa si esprime anche nella postmodernità nella filosofia del dono e del perdono (Lévinas, Ricœur, Marion).

Misericordia è categoria interreligiosa, e si esprime nella “regola d’oro”, ripresa e riproposta dal Parlamento delle Religioni di Chicago (1993).

In due densi e centrali capitoli Kasper illustra ampiamente la misericordia come categoria biblica dell’Antico e del Nuovo Testamento.

Trattazione che viene approfondita entrando nel dibattito della “giustificazione per la fede” (120-126); sulla volontà salvifica universale di Dio (158-176); e nella essenziale delineazione dell’esistenza cristiana (200-232).

Interessante il pungente capitolo che si interroga se ci sia misericordia nella chiesa e nel diritto canonico. Qui si afferma anche: «Per il futuro della chiesa sarà d’importanza essenziale arrivare a un nuovo ordinamento penitenziale e a un rinnovamento del sacramento della penitenza» (245).

La preziosa opera si conclude con puntuali riflessioni per una “cultura della misericordia” nella società del nostro tempo.






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