09/12/2014
303. L’ATTUALITÀ DI GESÙ di Gianni Francesconi
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GLohfink


Gesù, la sua vita e il suo messaggio, sono ancora attuali? Conservano intatto il loro valore di riferimento per la vita degli uomini anche nel presente?

Questa convinzione di un’attualità perenne, valida in ogni tempo, sembrò crollare all’inizio del secolo scorso, quando un importante orientamento negli studi esegetici si impegnò a evidenziare l’estraneità del “Gesù storico” rispetto al modo di “sentire la vita” proprio di altre epoche, dunque la sua “distanza” rispetto alle modalità del vivere, sperimentabili di volta in volta nel “presente” dell’umanità.

La corrente esegetica indicata come “escatologia conseguente”, infatti, riteneva che il messaggio di Gesù, centrato sull’annuncio del Regno di Dio, fosse da inquadrare come dottrina apocalittica condizionata dal tempo. Perciò, esauritasi l’attesa di una realizzazione prossima di tale Regno si considerò esaurito anche il significato del messaggio per l’umanità del futuro. In altre parole: poiché la predicazione del Regno di Dio, da parte di Gesù e dei suoi primi discepoli,  poggiava su un “errore” storico, un errore di prospettiva, non se ne poteva dedurre alcuna direttiva neppure per il presente. Nella sua famosa Geschichte der Leben-Jesu-Forschung [Storia della ricerca sulla vita di Gesù] (1906), il teologo protestante Albert Schweitzer  delineava il fallimento dei tentativi, fatti a partire da fonti storiche, di presentare una immagine di Gesù significativa per tutte le epoche successive. La sua esposizione di questi tentativi – così egli pensava -  avrebbe posto fine in maniera definitiva ad ogni Ricerca sulla vita di Gesù.

La ricerca biblica, tuttavia, non si è fermata, anzi contrattaccò: da un lato si rafforzò la convinzione che i vangeli non pretendono di essere “fonti storiche” da cui sia possibile desumere una immagine del Gesù storico nel senso delle moderne “biografie”. Da un altro lato, però, la ricerca biblica del secolo XX imboccò una direzione diversa: sotto le immagini apocalittiche, per noi estranee, presenti in vari testi evangelici, immagini con cui il messaggio di Gesù si lega, la ricerca individuò uno strato fondamentale del suo annuncio, di valore universale e permanente. Il Regno di Dio, che Gesù associò al suo agire “messianico”, è una realtà che penetra in ogni presente e lo qualifica come “tempo di salvezza”. Nella prospettiva di una, cosiddetta, “escatologia realizzata” il Regno di Dio, che Gesù annuncia come “vicino” (Mc 1,14), non è una realtà al di là della storia, ma una potenza in essa operante, a cui Gesù, con la sua parola e la sua vita, rimanda come potenza orientante e trasformante per la vita di tutti nel presente. Questa realtà  irrompe nell’oggi generando tensione: tra il “già” della presenza e il “non ancora” della sua pienezza.

In questa direzione meritano di essere segnalati due importanti libri di recente pubblicazione, entrambi centrati sulla riscoperta della perenne attualità di Gesù e del suo messaggio, e editi in traduzione italiana dalla Editrice Queriniana:

- KLAUS BERGER, Gesù, Queriniana, Brescia 2006. 2008 3, pagg. 672  (collana Books)

- GERHARD LOHFINK, Gesù di Nazaret. Cosa volle – Chi fu, Queriniana, Brescia 2014, pagg. 452 (collana BTC 170).


Con il suo  Gesù  Klaus Berger, teologo di Heidelberg, corona una vita di ricerche e di insegnamento sul Nuovo Testamento. In questa opera egli presenta una summa delle sue conoscenze, per dire ancora e di nuovo agli uomini e alle donne di oggi perché Gesù di Nazaret è importante e per rispondere motivatamente a chi chiede se Gesù possa avere anche oggi significato per la loro vita.

In questo senso il Gesù di Berger rappresenta una sfida per cristiani e scettici, tanto da meritare l’apprezzamento di papa Benedetto XVI: “Sulla base di una profonda conoscenza esegetica, l’autore illustra essenzialmente la figura e il messaggio di Gesù nel confronto con le domande del presente” (BENEDETTO XVI, Gesù di Nazaret, p. 410).

Nella sua Introduzione all’edizione italiana del testo di Berger, il biblista Rinaldo Fabris, dopo averlo ancorato al solido curriculum dello studioso, mette in evidenza come questa opera “segni una svolta rispetto alle sue pubblicazioni precedenti” proprio in quanto rappresenta una rilettura attualizzata della persona e del messaggio di Gesù: “Il lavoro di K. Berger da un lato prende le distanza dalle biografie ‘storico-critiche’ che si collocano nell’onda lunga dell’Illuminismo europeo e dall’altra si accosta alla lettura di carattere mediativo dei testi evangelici che evoca la tradizione dei Padri e della liturgia. In  altre parole il volume di K. Berger percorre una specie di ‘terza via’ tra razionalismo e fondamentalismo” (Introduzione, p. 6).  Il suo progetto si presenta così come un “approccio postmoderno” nel lasciarsi interpellare dai testi evangelici, nel valorizzare tutte le fonti disponibili, da quelle canoniche a numerose altre, fino a “ridefinire i criteri di storicità o autenticità”.

Berger traccia un quadro di Gesù pieno di forza esplosiva, ne dà un’immagine grande e provocatoria: il Gesù dei vangeli viene posto di fronte alle domande che nascono dagli uomini e dalla loro storia, “non schiacciato da  sistemi di regole interpretative, non passato attraverso filtri ideologici, non subordinato a modelli psicologici o a ipotesi sociologiche precostituite”.

Nei venti capitoli, in cui si struttura il testo, il profilo di Gesù e del suo messaggio tocca i punti cruciali della sua identità e del suo rapporto con Dio e con gli uomini: si confronta  con il contesto religioso, sociale e politico del suo tempo, con i valori della tradizione e le speranze della gente, con il male, il demoniaco e la sofferenza, con la povertà e la ricchezza, con il denaro, il potere e le istituzioni, con l’amore per la vita, con la morte e la risurrezione. Capitoli interessanti riguardano, ad esempio: Che cosa Gesù pensa di Dio?, Gesù e la felicità umana, Gesù e le donne, Gesù e gli ebrei, Gesù e la Chiesa.

Un recensore ne ha sintetizzato il valore in questi termini: “Il volume di Berger si presenta come un testo molto originale, intelligente, interessante e persino coinvolgente. Senz’altro un libro gustoso, che invita a meditare e a riconsiderare molti aspetti… della fede e della vita spirituale cristiane”.



Il secondo testo su Gesù, che merita attenzione, è quello di GERHARD LOHFINK, Gesù di Nazaret. Cosa volle – Chi fu.

L’autore stesso, noto professore di esegesi neotestamentaria all’università di Tubinga, lo presenta in questi termini: “Intendo prendere sul serio il fatto che Gesù era un ebreo e che è pienamente vissuto in virtù delle esperienze religiose d’Israele. Egli, nello stesso tempo, ha anche portato tali esperienze religiose al loro traguardo e al loro compimento. Chi vuole comprendere Gesù… non può fare a meno di lasciarsi coinvolgere in tale fede religiosa” (Prefazione, p. 6).

L’analisi di Lohfink, dunque,  radica Gesù nel suo contesto ebraico, partendo da alcuni interrogativi fondamentali: Chi fu il Nazareno? Un saggio e geniale rabbì? Un profeta potente in parole? Un taumaturgo di particolare successo? Un rivoluzionario sociale radicale? Un carismatico estremamente dotato? O fu qualcosa di più di tutto questo?

L’analisi si snoda poi attraverso una serie di capitoli che mettono a fuoco i punti cruciali della persona, della vita e del messaggio: il cosiddetto Gesù storico, la proclamazione del regno di Dio, il concetto di  ‘popolo di Dio’ e  il raduno d’Israele, la chiamata (multiforme) alla sequela, le parabole, il mondo dei segni/miracoli, il monito del giudizio, il rapporto con l’Antico Testamento e la Torah, la morte e gli eventi pasquali, l’autorità rivendicata da Gesù e la risposta della Chiesa, per concludersi nella domanda provocatoria: Il regno di Dio: un’utopia?

Lohfink mostra così come sia possibile arrivare tanto vicini al Gesù (della storia) da impedire che si stabilisca un fossato invalicabile nei confronti del Cristo (della fede). Si incarica di individuare il filo rosso che lega ciò che Gesù volle e chi Gesù è realmente stato, impedendo ogni possibilità di separare le due dimensioni: individua il punto di sintesi nell’annuncio del “regno di Dio”, e su questa base, infine, permette al lettore di confrontarsi con domande decisive: ciò che Gesù mise in moto fu una utopia oppure l’inizio di una realtà nuova, piena di speranza anche per l’oggi? E la Chiesa ha compreso correttamente il “mistero” di Gesù?

Di questa opera, Daniel J. Harrington SJ, docente di esegesi del Nuovo Testamento al Boston College, USA, ha scritto: “Quello di Lohfink è il miglior libro su Gesù che io conosca. È solidamente basato su affidabili studi biblici, è pieno di nuove intuizioni teologiche, è rispettoso dei vangeli e dei loro ritratti di Gesù, ed è scritto in maniera splendida. È particolarmente efficace nel sottolineare la centralità del regno di Dio e di Israele come popolo di Dio nella vita e nell’opera di Gesù”.

E di tenore simile è il giudizio espresso da un altro studioso, James Martin SJ della rivista America (New York): “Questo libro sarà di un’utilità inestimabile per un vasto pubblico, dagli studiosi della materia alle semplici persone in ricerca, e molto probabilmente è destinato a diventare un classico. È infatti cosa piuttosto rara, nei libri su Gesù, che l’autore combini una solida preparazione esegetica con un profondo senso spirituale: e Lohfink è radicato nei più accorti studi su Gesù ed è animato, al tempo stesso, da una profonda fede in Cristo risorto. Oltre a ciò, questo Gesù di Nazaret è davvero ben scritto e, come che sia, riesce a infonderti gioia”.    

Il cardinal Ravasi scrive su Il Sole 24 Ore (30 novembre 2014) a recensione del libro: «Un docente di esegesi della prestigiosa università di Tubinga, Gerhard Lohfink, in questo libro si interroga, con l’ausilio della strumentazione storico-critica che si è enormemente accumulata in questi ultimi decenni, su una figura per molti versi sorprendente e fin sconcertante, Gesù; […] e l’esegeta riesce a gettare un ponte sopra l’abisso che dividerebbe Gesù da Cristo, e quindi la storia della teologia, un ponte che unisce ciò che Gesù “fu” e ciò che Cristo “volle”. Un testo molto suggestivo».

 


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Klaus Berger
GESÙ
Books
2006, 2008 terza edizione - pagine 672


Gerhard Lohfink
GESÙ DI NAZARET. COSA VOLLE. CHI FU
Biblioteca di teologia contemporanea 140 
2014 - pagine 456 

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