21/03/2002
8. Pasqua: vita che nasce dalla morte di Eugen Drewermann
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Eugen Drewermann, teologo e psicoterapeuta, interpreta i testi biblici in chiave psico-analitica nell’intento di raggiungere il livello esperienziale ed esistenziale, che ha dato origine a tali testi. È un metodo che è stato ampiamente discusso e che dovrà essere coniugato con il metodo storico-critico, che intende raggiungere il livello storico, così da integrare storia e esperienza. Drewermann è autore di due grandi commenti al vangelo di Marco e al Vangelo di Matteo. Proponiamo questo breve testo sulla Pasqua e sull’esperienza pasquale.



Gesù non aspettò la risurrezione dai morti, egli la visse qui, in questa vita, e così, stando vicine a lui, le persone cominciavano a sentirsi rimesse in piedi, e ciò accadeva proprio a quelle che fino ad allora non avevano potuto procedere in questa vita che ripiegate e deformi; e anche le persone che si tenevano nascoste, perché si sentivano come lebbrose e bollate, osavano affacciarsi di nuovo alla luce uscendo dalla tomba della loro esistenza.
Nella persona di Gesù l’energia dell’amore deve aver vissuto in modo così forte che le persone al suo fianco hanno riconquistato il proprio Io, perché sapevano che a essere pensate erano proprio loro, individualmente, sapevano che la loro piccola, breve esistenza aveva il significato dell’eternità. Chi ascoltava Gesù, deve aver cominciato a sentirsi infinitamente grande pur dentro la sua piccolezza, in una dignità che arrivava fino alle stelle. È questa la vita eterna: un attimo di felicità, in cui il cielo si apre, mentre noi siamo ancora sulla terra.
La Pasqua ha inizio nell’istante in cui cominciamo a considerare più importanti di ogni chiacchiericcio esterno quelle poche sensazioni o presentimenti o certezze di ciò che siamo e di ciò che ci è possibile. Era questa la forza che usciva da Gesù, egli viveva la vita e così sconfisse la morte. Lui rimescolava ogni cosa, e rivoltò contro di sé tutto il mondo della morte, perché, se guardiamo con attenzione, le leggi che avevamo considerato razionali e ragionevoli si rivelano essere formule assurde, dispotiche e folli per regolare la vita mentre la uccidiamo. Per ogni questione aperta noi conosciamo subito la risposta, per ogni problema abbiamo un’indicazione adeguata, e ciò in cui raramente crediamo, anzi ciò che ci minaccia, è la circostanza che le persone siano libere. Al fianco di Gesù esse osavano la loro libertà. Questo è l’inizio della Pasqua.
È il miracolo della persona di Gesù che i sepolcri si aprano, la disperazione maturi diventando fiducia, le pietre siano ribaltate e noi sappiamo che egli ci precede. Tutte quello che diceva, trova una conferma nei sensi, torna a farsi udire, e nessuna delle parole che aveva pronunciato sulla riva del lago di Genesareth è perduta, dimenticata o contraddetta; esse sono il futuro, esse sono ciò che ci precede, e noi non abbiamo più bisogno di cercare il Vivente tra i morti.

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Editrice Queriniana, Brescia

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