Nel panorama dei manuali di Teologia sacramentaria fondamentale, il testo a due voci di A. Lameri e R. Nardin si colloca tra quelli che, senza venir meno alla profondità teologica, attestano una maggior attenzione alla dimensione della didattica, per un apprendimento più proficuo. Come, infatti, sottolineano gli Autori stessi, il testo, che è «destinato principalmente agli studenti del ciclo istituzionale di teologia, vuole offrire le coordinate fondamentali per comprendere la dottrina cattolica sul sacramento, rendendo ragione della complessità del discorso e aprendo orizzonti per intus-legere l’esperienza della vita cristiana, che dai sacramenti prende origine e ne è nutrita» (p. 7).
Il testo, che non si allontana dalla struttura “classica” del manuale di Teologia sacramentaria, si articola in tre parti:
1) Alcune questioni preliminari e metodologiche (Nardin);
2) La comprensione del sacramento. Percorso storico (Lameri);
3) Momento sistematico (Lameri).
Chiudono il volume due schede che aprono ad una riflessione a livello pastorale sul tema “vita sacramentale ed evangelizzazione” e su quello dell’“arte del celebrare”, e una Appendice sui sacramentali (Lameri).
La prima parte del volume, affidata a R. Nardin, rappresenta l’orizzonte nel quale collocare la riflessione successiva. Nardin prende in esame il contesto culturale contemporaneo, evidenziando come in esso manchi «l’attenzione a un possibile orizzonte simbolico del reale, rendendo, pertanto, difficilmente comprensibile la portata semantica del sacramento che ha proprio nell’orizzonte simbolico una sua cifra fondante» (p. 19). Nella postmodernità il “frammento” viene elevato a valore assoluto, portando così la sacramentaria a porre attenzione ad una sola delle sue dimensioni teologiche; per questo è urgente e necessario ritrovare la circolarità tra lex orandi, lex credendi e lex vivendi. Nardin, nel secondo capitolo di questa prima parte, recupera appunto la dinamica circolare della fede professata, confessata e celebrata, riproponendo il cammino di iniziazione cristiana così come viene proposto dalla Traditio Apostolica. Il terzo capitolo, piuttosto ampio, è dedicato alla sacramentaria biblica, nella quale viene approfondito l’orizzonte storico salvifico, determinate per una corretta comprensione dei sacramenti; utilissimi, risultano essere gli approfondimenti sul Mysterion e sulla tipologia.
Nella seconda parte del volume in esame viene ripercorsa, da un punto di vista storico, la categoria di sacramento, senza disgiungerla dalla prassi e dalla riflessione liturgica e dal contesto storico. È opportuno sottolineare come, nel percorso storico proposto, all’interno del quale viene ben evidenziato lo sviluppo della riflessione teologica ecclesiale sui sacramenti, che va dai Padri della Chiesa sino alla riflessione teologica contemporanea, vengano riportate anche le posizioni degli esponenti del Movimento Liturgico. Inoltre, alla luce delle considerazioni conciliari, Lameri non teme di prendere in esame, naturalmente in modo sintetico ma profondo, gli sviluppi della teologia sacramentaria nel post concilio (L. Scheffczyk; J. Ratzinger; C. Vagagini; S. Marsili) sino ai “nuovi orizzonti” della stessa (Chauvet, la scuola di Santa Giustina, G. Colombo).
Nella terza parte, dedicata alla riflessione sistematica, l’Autore tenta di rielaborare «i dati della tradizione e di offrire una chiave di lettura dell’evento sacramentale nell’orizzonte della storia della salvezza e delle sue dimensioni costitutive: cristologico-trinitaria, ecclesiologica, antropologica» (p. 8). La prospettiva di questa parte è quella di cogliere il sacramento come azione, come evento, all’interno del dinamismo della storia della salvezza e non come segno statico.
La trattazione prende infatti avvio (dimensione cristologico-trinitaria) dal primo capitolo di SC messo a confronto con Dei Verbum, e viene così evidenziata la dinamica sacramentale della rivelazione e della attuazione del dono di salvezza. L’Autore è consapevole di come il problema «di natura metodologica riguardi il passaggio da un approccio ai sacramenti di stampo immediatamente ontologico ad uno pratico-ermeneutico, che vuole mostrare il nesso inscindibile che sussiste tra il donarsi sacramentale della grazia e l’agire simbolico dell’uomo» (p. 274). Preferisce però sviluppare la riflessione, non a partire da una immediata attenzione alla forma simbolico rituale dei sacramenti, ma lasciandosi appunto inspirare dal primo capitolo di SC, esplorando così «alcune dimensioni che possano aiutare l’intelligenza del mistero della salvezza che Cristo ha donato nel mistero della sua Pasqua e che la Chiesa celebra, guidata e sostenuta dalla virtus dello Spirito Santo continuamente invocata, nella certezza di fede che nel suo agire rituale vi è l’agire di Dio» (p. 274). È in tale contesto che vengono reinterpretate l’istituzione dei sacramenti, la grazia, l’efficacia e il carattere.
L’Autore affronta poi la definizione Chiesa sacramento (dimensione ecclesiologica), senza omettere le difficoltà che tale definizione potrebbe comportare. In tale contesto ecclesiologico viene offerto un affondo sul settenario, sul ministro e sull’assemblea: «I sacramenti appartengono alla Chiesa. Non nel senso che essa ne è la proprietaria, ma che la rendono Corpo di Cristo, perché la riconducono e la immergono nel mistero che sta alla sua origine: la Pasqua di Cristo Morto e Risorto. Essi però le appartengono anche nel senso che la Chiesa che li celebra, li mette in atto/azione, li amministra» (p. 332).
Il terzo capitolo (dimensione antropologica) di questa terza parte mira ad evidenziare il limite di una rilettura dei sacramenti in genere signi. I sacramenti, infatti, sono celebrazioni in genere ritus, sono azioni simbolico rituali. Valore aggiunto al testo è l’ampia bibliografia ragionata, che offre indicazioni sui diversi aspetti della teologia sacramentaria. Inoltre, veramente utili sia per il docente che per lo studente, sono le sintesi, l’indicazione bibliografica per l’approfondimento, e i temi di studio posti a termine di ciascun capitolo, che confermano l’attenzione all’aspetto didattico del volume in esame.
E. Massimi, in
Rivista Liturgica 107/4 (2020) 213-215