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Teologia delle relazioni
Julia Knop

Teologia delle relazioni

Matrimonio, vita di coppia, famiglia

Prezzo di copertina: Euro 43,00 Prezzo scontato: Euro 40,85
Collana: Biblioteca di teologia contemporanea 217
ISBN: 978-88-399-3617-2
Formato: 15,7 x 23 cm
Pagine: 384
Titolo originale: Beziehungsweise. Theologie der Ehe, Partnerschaft und Familie
© 2023

In breve

In questo volume si annuncia una nuova teologia del matrimonio, dell’unione fra partner e della famiglia, percorrendo una molteplicità di prospettive e inaugurando una riflessione molto profonda: quella che si attendeva da tempo.

Un lavoro straordinario di decostruzione e di ricostruzione: Knop sviluppa una teologia contemporanea del matrimonio.

Descrizione

Le modalità in cui uomini e donne vivono il proprio essere coppia o genitori e la forma che danno alla loro vita in comune sono destinate a modificarsi nel corso del tempo. I modelli ecclesiali di matrimonio e famiglia, di uomo e donna, di amore e sessualità sono invece tipicamente inamovibili, “fuori dal tempo”: provengono da un mondo e da una cultura premoderni. Eppure anch’essi non sono fatti per durare all’infinito, come hanno dimostrato le controversie e i dibattiti sviluppatisi attorno all’esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco (2018).
Quali sono le risorse – derivanti dalla Bibbia e dalla tradizione cristiana, dalla dottrina e dalla vita, dalla liturgica e dall’ecumenismo – che contribuiscono a una comprensione moderna delle forme di relazione oggi? Quali sviluppi teologici sono necessari, oltre che adeguati, alle dinamiche del nostro tempo?
In questo volume si annuncia una teologia contemporanea del matrimonio, dell’unione fra partner e della famiglia, percorrendo una molteplicità di prospettive teologiche e inaugurando una riflessione molto profonda. Svolgendo un lavoro straordinario di decostruzione e di ricostruzione, Julia Knop mostra come si possa parlare responsabilmente delle modalità di relazione umana, nella loro riuscita e nel loro fallimento.

Recensioni

>«Cos'è un matrimonio? Cos'è una famiglia?». Sono le prime domande che compaiono nel libro di Julia Knop, docente di teologia sistematica presso la Facoltà di teologia cattolica dell'Università di Erfurt (Turingia). Domande che, lungi dall'essere retoriche, esprimono il cambiamento epocale che matrimonio e famiglia stanno attraversando.

L'analisi antropologica e sociologica offerta dall'autrice dimostra come si sia ormai dissolto il legame tra il modello e la realtà, tra la teologia della vita di coppia e le varie forme di famiglia oggi esistenti. Ciò comporta – secondo la nostra teologa – un lavoro di riflessione e rinnovamento della teologia del matrimonio e della famiglia, capace di cogliere le sfide attuali.

Per tale ragione, avendo come punto di riferimento le indicazioni provenienti dal magistero recente – in particolare dall'Amoris laetitia (19 marzo 2016) e dalla Veritatis gaudium (29 gennaio 2018) – la Knop elabora una proposta di teologia delle relazioni per «contribuire alla comprensione, alla traduzione e all'inculturazione della fede nel nostro tempo e nei nostri contesti», il cui compito sarebbe quello di «gettare ponti ermeneutici e contribuire al tempo stesso a un solido aggiornamento della dottrina cattolica».

In virtù di tale scopo, già a partire dalla struttura del testo, possiamo notare alcune novità rispetto alla classica impostazione di un manuale di teologia sacramentaria. Abbandonata, infatti, la consueta suddivisione in parte biblica, storica e sistematica, il volume comprende dodici capitoli, ciascuno contenente tre paragrafi, che seguono, grosso modo, questo percorso: il punto di partenza è costituito da una rassegna storicosociale sulla comprensione, la figura e la forma giuridica di «matrimonio» e «famiglia» e dal cambio di prospettiva adottato da papa Francesco in Amoris laetitia (cap. 1). Da questi punti fermi la Knop allarga immediatamente l'orizzonte con uno sguardo ecumenico sulle teologie e le liturgie del matrimonio nelle chiese ortodosse, evangeliche e veterocattoliche (cap. 2). Segue un'analisi del fondamento antropologico dell'etica sessuale cattolica, fondato sulla dualità e la complementarietà dei sessi, che consente all'autrice di affrontare anche temi spinosi -- come quello dell'omosessualità – con estrema puntualità e capacità critica (cap. 3). Viene data, quindi, parola allo sviluppo tradizionale della teologia del matrimonio, seguendo l'ordine dei tria bona di matrice agostiniana (capp. 4, 5 e 6) per poi presentare le prospettive vetero- e neotestamentarie sulla coppia e sulla famiglia (cap. 7).

Su questa base, la Knop elabora la sua proposta sistematica (cap. 8), associandola, con grande originalità, alla dimensione liturgico-rituale (cap. 9). Concludono il testo tre affondi prospettici riguardanti l'opzione dello sposarsi 'in chiesa e la possibilità di prevedere altre forme rituali, anche per le coppie omosessuali (cap. 10), le prospettive aperte da Amoris laetitia (cap. 11) e le questioni riguardanti separazione, divorzio e nuovo matrimonio (cap. 12).

L’originalità della proposta di Julia Knop si fonda, a nostro avviso, su tre importanti segni di «rottura». Anzitutto, la nostra autrice – già a partire dal titolo – ci mostra come l'interesse della teologia non può più essere solo verso la realtà del matrimonio sacramento. Il cambio d'epoca che stiamo attraversando e il rinnovamento del modo di fare teologia richiesto espressamente dai documenti di papa Francesco impongono di virare verso una riflessione che tocchi «le relazioni affettive» nel loro complesso. Nel saggio, infatti, vengono prese in considerazione anche altre questioni che, talvolta, la riflessione teologica tende a dimenticare: i single, le relazioni interrotte, i fallimenti, le coppie omosessuali, ecc. Queste realtà – sostiene l'autrice – non possono essere valutate sulla base di un giuridicismo asettico, come se fossero delle "deviazioni" rispetto a un ordine prestabilito, ma vanno accolte come forme particolari che possono realizzare la vocazione cristiana di ciascuno/a.

La seconda «rottura» riguarda il linguaggio. Oggi, il termine «famiglia» non designa più soltanto un uomo e una donna con dei figli, ma essa «può essere compresa a partire dalla genitorialità fisica o sociale o, in senso ancora più ampio, a partire dalla solidarietà cosciente di una comunità che unisce più generazioni». Questo pluralismo di significati non può lasciare immobile la riflessione ecclesiale. «Una teologia adeguata al nostro tempo non può esimersi dall'affrontare anche questo evidente baratro tra l'etica sessuale e la teologia del matrimonio proposta dal magistero, da una parte, e la vita vissuta e responsabile della (maggior parte) dei fedeli dall'altra, e analizzare le tensioni che ne derivano».

Infine, un'ultima «rottura» riguarda l'inserimento della questione omosessuale nell'ambito di un trattato di teologia dogmatica su matrimonio, vita di coppia e famiglia. L’autrice è consapevole che la teologia cattolica del matrimonio si fonda sul presupposto essenziale della dualità-uguaglianza-complementarietà del maschile e del femminile (cf. Gen 1-2). Tuttavia, ella sostiene, proprio queste premesse sono state alla base di una lunga e «nefasta» tradizione di superiorità dell'uomo sulla donna e di «eteronormatività» che, oggi, necessitano di un'urgente ricomprensione teologica ed etica.

Il saggio di Julia Knop, innovativo, agile e vivace, rappresenta, pertanto, un modo nuovo di fare teologia: «dal basso», in dialogo con altre scienze, finalizzato all'accoglienza e all'integrazione di tutti/e nella comunità cristiana. Una teologia «in cammino», potremmo dire. Un cammino di vicinanza e prossimità a single, coppie, famiglie per far sperimentare loro la vicinanza, l'accompagnamento e la tenerezza di Dio.


R. Massaro, in CredereOggi 259 (1/2024), 179-182

Le coppie che oggi si presentano all’altare per pronunciare un “sì” per sempre, sono davvero consapevoli di ciò che significa il matrimonio cristiano? Oppure, come è convinta Julia Knop, docente di teologia dogmatica all’Università di Erfurt, in Germania, auspicano «in un senso piuttosto indeterminato protezione e benedizione per la relazione». Una posizione, osserva la teologa, che ci dimostra come si sia ormai spezzato il rapporto tra modello e realtà, tra dottrina e vita, tra le rappresentazioni sociali e le concezioni ecclesiali della vita di coppia e di famiglia. Di conseguenza, quando le norme ecclesiali perdono plausibilità di fronte ai cambiamenti sociali, occorre pensare a come preparare una svolta credibile.

Per approfondire un tema tanto complesso l’esperta ha scritto un saggio, Teologia delle relazioni. Matrimonio, vita di coppia, famiglia (Queriniana, pagg. 373, euro 43), in cui partendo dal dibattito innescato da Amoris laetitia, si chiede come la teologia possa accompagnare le trasformazioni in corso per avviare «un dialogo costruttivo tra vita e dottrina, esperienze umane e riti ecclesiali, sviluppi della società e riti della Chiesa».

Una riflessione che, a suo parere, deve cominciare dallo stesso lessico impiegato. Oggi nel linguaggio comune, spiega Julia Knop, il termine “famiglia” non designa più soltanto l’unione di genitori sposati con figli, ma “la “famiglia” può essere compresa a partire dalla genitorialità fisica o sociale o, in senso ancora più ampio, a partire dalla solidarietà cosciente di una comunità che unisce più generazioni». Un pluralismo di significati che non può lasciare indifferente il pensiero della Chiesa sul tema. «Una teologia adeguata al nostro tempo – scrive – non può esimersi dall’affrontare anche questo evidente baratro tra l’etica sessuale e la teologia del matrimonio proposta dal magistero, da una parte, e la vita vissuta e responsabile della (maggior parte) dei fedeli dall’altra, e analizzare le tensioni che ne derivano».

Da qui la necessità di svolte coraggiose – come appunto quelle avviate da due sinodi sulla famiglia poi sintetizzate nell’esortazione postsinodale di papa Francesco – e di proposte nuove che riescano a concretizzare quanto lo stesso pontefice ha chiesto nell’introduzione di Veritatis Gaudium per «contribuire alla comprensione, alla traduzione e all’inculturazione della fede nel nostro tempo e nei nostri contesti».

In questa prospettiva Knop indaga le opzioni offerte dall’ecumenismo, affronta il percorso dell’antropologia cristiana dalla Casti Connubi di Pio XI (1930) fino a papa Francesco che con Amoris laetitia (2016) ha messo al centro la vita di coppia e di famiglia senza trascurare i cambiamenti in atto. Tanti, in questo excursus, gli approfondimenti proposti dalla teologa che meriterebbero di essere ricordati: dal paragrafo sull’omosessualità a quello sulla pianificazione familiare. Due temi a lungo dibattuti, con tutto il loro carico di problematicità e di connessioni etiche, tra le resistenze al cambiamento e il dovere di prendere atto della realtà che, inesorabile, si incarica di mostrare come la forbice tra direttive dottrinali e coscienza soggettiva sia sempre più vasta.

Nel saggio si prendono in esame altre questioni non ancora abbastanza considerate dalla teologia, a cominciare dalla condizione dei single che oggi, in molte società, rappresentano almeno un terzo della popolazione, considerando le tante relazioni interrotte, i fallimenti, le situazioni che intervallano le storie personali secondo una biografia sentimentale della discontinuità a cui è sempre più difficile applicare le norme morali della sessualità. A fronte di un quadro sociale sempre più variegato, quasi impossibile da determinare in base ai vecchi schemi del giuridicismo, la teologa si chiede quando sia umanamente ragionevole «parlare in modo normativo su questioni sessuali e di etica della relazione», «giudicare le deviazioni da tale norma e punirle con sanzioni, per esempio, in questioni relative al diritto ai sacramenti (ammissione all’Eucaristia e al matrimonio)».

Importanti anche le questioni sollevate nell’ambito delle prospettive bibliche e teologico-dogmatiche, in capitoli densi di riferimenti e di citazioni. Tra i tanti interrogativi quello relativo alla raccomandata estensione sacramentale della vita comune degli sposi. Un conto, spiega Julia Knop, è il matrimonio sacramentale come realtà di fede, un altro è descrivere tutta l’esistenza della coppia come “sacramento permanente”. Si tratta, spiega ricollegandosi a vari passaggi di Amoris laetitia, di una richiesta eccessiva. «La promessa accordata con la benedizione e il sacramento non è la sacralizzazione di una biografia (di coppia) o di una forma di vita». Sullo sfondo la grande questione della coscienza a cui papa Francesco, riprendendo il Vaticano II, è tornato ad attribuire rilevanza irrinunciabile, sollecitando un cambiamento di mentalità aperto alla complessità e alla varietà esistenziale.

In questa disponibilità all’accoglienza e alla comprensione della vita di coppia in tutte le espressioni della sua fragilità, conclude la teologa, si gioca la credibilità della proposta “familiare” della Chiesa nel XXI secolo.


L. Moia, in Avvenire – NOI 15 maggio 2023

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