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Il mio corpo dato per voi
Helmut Hoping

Il mio corpo dato per voi

Storia e teologia dell’eucaristia

Prezzo di copertina: Euro 42,50 Prezzo scontato: Euro 40,35
Collana: Biblioteca di teologia contemporanea 173
ISBN: 978-88-399-0473-7
Pagine: 416
Titolo originale: Mein Leib für euch gegeben. Geschichte und Theologie der Eucharistie
© 2015

In breve

Un libro sulla storia e la teologia dell’eucaristia che risulta autenticamente innovativo: nel metodo e nel merito. La messa viene analizzata saldando l’approccio della dogmatica (i contenuti teologici) a quello della scienza liturgica (la forma celebrativa), sicché proprio la loro unità risulta essere al centro della trattazione. Viene inoltre approfondito il significato dell’eucaristia a partire da una originale fenomenologia del dono, condotta sulla base degli studi più recenti.

Descrizione

Il sacramento dell’eucaristia viene qui analizzato unendo l’approccio della teologia dogmatica a quello della scienza liturgica. In passato la trattazione dogmatica sull’eucaristia non prendeva praticamente mai in considerazione la forma della celebrazione (aspetto analizzato dalla liturgia). Finalmente, in questo libro, i contenuti teologicodogmatici si saldano alla forma liturgico- celebrativa dell’eucaristia. Anzi, proprio la loro unità si colloca al centro della trattazione.
Sulla base degli studi più recenti, l’Autore traccia un percorso di approfondimento del tema dell’eucaristia a partire dall’ultima Cena di Gesù con i discepoli e dalla celebrazione eucaristica nella comunità cristiana delle origini, passando poi alle tappe che hanno segnato lo sviluppo della messa nei secoli, per arrivare infine alla riforma del Messale romano voluta dal concilio Vaticano II. Oltre alle controversie teologiche sull’eucaristia (Medioevo, Lutero, Trento), vengono affrontati anche gli aspetti della devozione eucaristica che hanno caratterizzato le diverse epoche della storia della chiesa. Il testo non rinuncia a prendere posizione rispetto alle attuali discussioni sulla questione sulla forma tradizionale e sulla forma moderna, postconciliare, di celebrazione (rito “tridentino” e riforma liturgica).
L’opera si conclude gettando uno sguardo alla situazione del dialogo ecumenico e dedicando un approfondimento al significato dell’eucaristia nel contesto di una fenomenologia del dono.

Recensioni

<br>Le lezioni tenute dall'autore all'Università di Freiburg, città della Foresta nera, nella Germania sud-occidentale, divengono testo sulla storia della celebrazione dell'Eucaristia in oltre quattrocento pagine di attente riflessioni. Hoping riflette sul sacramento che fa memoria dell'ultima cena: «In passato, la trattazione dogmatica dell'Eucaristia non ha considerato la forma liturgica della celebrazione, che invece era l'unico aspetto normalmente studiato dalla scienza liturgica», scrive. «I contenuti teologici, però, per motivi oggettivi non possono essere separati dalla forma liturgica della celebrazione».


In Jesus 6/2018, 91

In passato la trattazione dogmatica sull'Eucaristia non prendeva quasi mai in considerazione la forma della celebrazione. In questo libro i contenuti teologico-dogmatici si saldano alla forma liturgico-celebrativa dell'Eucaristia, anzi proprio la loro unità ne caratterizza l'impostazione. L'Autore traccia un percorso di approfondimento del tema dell'Eucaristia a partire dall'ultima Cena di Gesù con i discepoli e dalla celebrazione eucaristica nella comunità cristiana delle origini, passando poi alle tappe che hanno segnato lo sviluppo della Messa nei secoli, fino alla riforma del Messale romano voluta dal Concilio Vaticano II. Oltre alle controversie teologiche sull'Eucaristia, vengono affrontati anche gli aspetti della devozione eucaristica che hanno caratterizzato le diverse epoche della storia della Chiesa. L'opera si conclude gettando uno sguardo alla situazione del dialogo ecumenico, e dedicando un approfondimento al significato dell'Eucaristia nel contesto di una fenomenologia del dono.
In Rogate Ergo 8-9/2016

Este libro vio la luz en 2011 Friburgo de Brisgovia, como fruto de una serie de clases magistrales impartidas por el autor en dicha universidad. Ahora nos llega esta traducción italiana, que corrobora la importancia de esta publicación, ya que sigue siendo relevante cuatro años después de ver la luz.

El autor lleva a cabo un trabajo de estudio sobre la celebración eucarística, intentando siempre mantener el contacto entre la teología dogmática y la ciencia litúrgica. Con ello intenta evitar la disociación de que era objeto la Eucaristía en el pasado, ya que entonces la dogmática sobre la Eucaristía no tenía en cuenta la celebración litúrgica, mientras que los tratados de liturgia obviaban los contenidos dogmáticos, por el hecho de ser tratados por otra disciplina. Sin embargo Helmut Hoping ha llevado a cabo sus estudios sobre el tema con el convencimiento inquebrantable de que hay que tener en cuenta ambos aspectos (el dogmático y el celebrativo conjuntamente) para poder llegar mejor a la esencia del sacramento de la Eucaristía. En ella está presente sacramentalmente el sacrificio de nuestra redención, por el cual Dios ha reconciliado a la humanidad consigo a través de Cristo. Por eso Cristo tuvo interés en perpetuar este sacramento, que testimoniara su generosa entrega en la cruz hasta el fin de los tiempos. Como toda la redención es iniciativa de Dios, es normal que el nombre definitivo de este misterio instituido por Cristo sea precisamente el de Eucaristía, o sea, acción de gracias. La actitud de quien se siente redimido se expresa por medio de la alabanza y la gratitud hacia Dios, que obró por medio de su Hijo la maravilla de la redención.

No admite la más mínima discusión afirmar que la Eucaristía se constituye como el centro y el fin de toda la vida sacramental de la Iglesia. La Eucaristía consigue que la realidad operada en la revelación se continúe en la vida de los creyentes. El autor recuerda cómo la Eucaristía es considerada como “theologia prima”, o sea, como la teología previa a cualquier otra reflexión científica sobre la fe. La unión entre liturgia y contenido dogmático de la fe es tan estrecha, que la liturgia ha tenido un influjo decisivo en la fijación del canon del Nuevo Testamento, ha conservado en el Credo las verdades fundamentales del cristianismo y ha inspirado constantemente la reflexión teológica. Las fórmulas diversas en las que se pide la fe incluso para quienes no la poseen, indican de manera contundente que la fe debe ser considerada siempre como un don divino. Por todo lo dicho, y por otras muchas consideraciones, la Eucaristía debería estar siempre situada en el centro del quehacer teológico.

Liturgia y dogma han estado inseparablemente unidos a lo largo de la vida de la Iglesia. El autor pretende contribuir a superar la separación entre hermenéutica litúrgica y hermenéutica dogmática de la Eucaristía, precisamente para que la dogmática se asiente sobre la base sólida de la celebración litúrgica, considerada a lo largo de su desarrollo histórico. Por el hecho de que en la Iglesia Católica predomina el rito romano, es este rito el que toma el autor como punto principal de referencia, aunque no deja de aludir a otros ritos cuando lo considera necesario u oportuno. Se parte de la última cena de Jesús, se continúa con las celebraciones en los orígenes del cristianismo, el desarrollo enormemente vital de la misa romana a través de los siglos, la reforma del misal romano llevada a cabo por el Concilio Vaticano II e incluye también las discusiones actuales en torno a la unidad y a la forma de la misa romana. Con todo ello la liturgia y el dogma cuentan con un excelente instrumento de profundización sobre la Eucaristía, integrando ambos sectores de la fe cristiana en el sacramento que Jesús dejó como legado de su pasión.


M. Gutiérrez, in Archivo Teológico Granadino 78 (2015), 285-286

Cosa è una liturgia eucaristica? Questo libro fa una sintesi storica di questa tematica fondamentale per il cristianesimo. Già alle origini di questo culto vengono attribuiti significati diversi. Nei primi concili si vorrebbe stabilire un’interpretazione univoca, ma i contrasti segneranno tutta la storia della cristianità. Il pane e il vino dell’atto liturgico hanno un valore nominale, reale, o si fondano su una teologia del dono? Questo libro è importante per chi vuole comprendere la genesi e i contenuti della celebrazione eucaristica. Il testo tratta soprattutto il punto di vista cattolico ed è importante segnalare l’esposizione delle ragioni della traduzione nelle lingue nazionali della liturgia e la consegna nel palmo della mano dell’ostia. Importanti sono anche le ipotesi svolte per ridefinire il valore sacramentale della consacrazione eucaristica. Testo corredato da una ricca bibliografia.


In Il Regno Attualità 2/2016

L'Autore, ordinario di dogmatica e liturgia all'Università di Friburgo, si inserisce con questo apprezzabile testo nel filone teologico, mirante a ricomporre la frattura secolare fra ermeneutica liturgica ed ermeneutica dogmatica dell'Eucaristia. Il tentativo di mettere in luce il contenuto teologico del sacrificio eucaristico a partire dalla sua forma celebrativa liturgica considerata nel suo aspetto storico appare apprezzabile e sostanzialmente riuscito. Nello sviluppo del volume la liturgia appare infatti il principale luogo teologico della riflessione dogmatica, secondo l'adagio lex orandi lex credendi di Prospero d'Aquitania. Articolato in 11 capitoli, il testo prende avvio da un'analisi storico-critica dell'Ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli, contestualizzandola all'interno della festa di Pesah. Lo sviluppo del tema segue il filone storico e prende le mosse dalla celebrazione eucaristica nell'epoca antica per passare a quelle delle età patristica e medievale (trattando qui le principali quaestiones che allora si posero), per arrivare al Concilio di Trento e alla sua definizione dogmatica, originata dallo sforzo di controbattere alle statuizioni eucaristiche della Riforma luterana. Di qui prende avvio il percorso che dal Messale tridentino conduce, senza più sviluppi rilevanti, fino al movimento liturgico e alle sue posizioni fatte proprie - e forse nella mente dell'Autore anche portate un po' oltre l'originario intento di una riforma condotta nell'alveo della traditio - dal Concilio Vaticano II. L'Autore si dilunga a questo punto sui motivi delle contestazioni rispetto alle innovazioni apportate dalla costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium e dalle riforme dei Messali da questo originate e sulle ragioni ultime del Motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI. I capitoli teologicamente più interessanti sono gli ultimi due e riguardano l'Eucaristia come sacramento di unità della Chiesa in prospettiva ecumenica (con le relative difficoltà rispelto soprattutto alle chiese evangeliche) e la concezione dell'Eucaristia come dono: della vita, della presenza reale, della trasformazione del credente.


S. Stimamiglio, in La Vita in Cristo e nella Chiesa 2/2016

El presente volumen se inserta, con el numero 173, en la prestigiosa «Biblioteca di Teologia Contemporanea» (BTC) de la editorial Queriniana, y està dedicado al padre Alexander Gerken OFM que introdujo al autor en el estudio de la dogmàtica y especialmente de la eucaristía. Después de la introducción, en la que sitúa la eucaristía como centro de la teología, la temática del libro se desarrolla en once capitulos a través de los cuales el lector alcanza una visión casi completa del sacramento de la eucaristía. Como pone de relieve el subtítulo, esta visión se asienta sobre dos pilares íntimamente ligados: la historia y la teología, pues la teología de los sacramentos, en concreto, de la eucaristía, dificilmente podrà hacerse prescindiendo de la historia de su celebración y de las manifestaciones devocionales del culto eucarístico y de los motivos de su aparición en Occidente. […]

Con este libro, el autor ha conseguido ofrecer una presentación del sacramento de la eucaristía sumamente atractiva, por la claridad de la exposición, por la amplitud temàtica de la misma y por la solidez de la argumentación apoyada en los autores más reconocidos y competentes en sus distintas especialidades. Aun valorando muy positivamente la obra de la reforma litúrgica, no por eso deja de señalar algunas deficiencias en su tramitación y sobre todo en su puesta en práctica. Así, la forma con que se fue presentando y experimentando las distintas fases de la reforma dio la impresión de que la liturgia se podía “fabricar" ex novo, no como se había entendido hasta entonces, como un proceso de desarrollo orgánico. "Por este motivo no pocos sacerdotes han pensado, y todavía piensan, deber completar de algùn modo la obra de los reformadores de la liturgia con soluciones 'creativas'... A esto se añade, respecto del tiempo del concilio, una condición desoladora de la formación litúrgica, que hace todavía más difícil una participación consciente de los fieles en la acción litúrgica". La consecuencia de todo esto la resume así el autor: "El fin principal del concilio y de la reforma litúrgica era 'acrecentar cada vez más la vida cristiana entre los fieles' (SC 1). Hoy, más de cuarenta años después, debemos constatar que en muchos lugares la reforma litúrgica no ha conducido a un crecimiento de la vida cristiana entre los fieles. En la liturgia, los fieles pueden, sí, seguir lo que se desarrolla en el altar, pero lo comprenden cada vez menos, a pesar de la lengua vulgar. A esto se añade una dramática desacralización de la liturgia" (328). Y en qué consiste esa desacralización? Fundamentalmente, en que ya "no es la adoración acompañada de la acción de gracias la que representa o expresa el significado primario de la liturgia, sino la celebración de la comunidad, en la cual los fieles, congregados en el nombre de Cristo, confirman su comunión. De este modo surge el peligro de que el culto cristiano pueda decaer en un ritual social" (329). Siempre habrá críticos que rechacen este diagnóstico, calificándolo de pesimista y melancólico, pero negar la realidad conduce al abismo, mientras que teniéndola presente se puede mejorar, que es lo que, a fin de cuentas, pretende el autor con este magnífico libro sobre la eucaristía, en el que entrelaza a la perfección historia y teologìa.


J.M. de Miguel González, in Estudios Trinitarios vol. 49 (2-3/2015) 493-497

«Helmut Hoping, 60 anni, docente all'università di Friburgo in Brisgovia, si impegna in un'analisi che parte idealmente da quella sera primaverile gerosolimitana degli anni 30 del I secolo, quando Gesù celebrò la sua "ultima cena", che fu la prima eucaristia, per avanzare lungo i secoli, attraversando i territori accidentati delle controversie eucaristiche. Esse s'accendono già nel Medioevo e diventano roventi con la Riforma protestante e il Concilio di Trento. L'autore, però, non ignora i sentieri a valle della devozione popolare capaci di esprimere la fede e la cultura di un popolo (si pensi, ad esempio, agli autosacramental di un Calderon de la Barca...). L'approdo naturalmente è al Concilio Vaticano II, alla riforma liturgica del Messale, ai relativi scossoni ma anche al dibattito teologico più recente. In queste pagine si scopre quanto spesso le ore della teologia, soprattutto eucaristica, sono state quelle della stessa storia e della cultura dell'Occidente. Inoltre si intuisce quanto sia delicato, vivace e sensibile il dialogo ecumenico.


G. Ravasi, in Il Sole 24 Ore del 6 settembre 2015

«>[…] Il merito del lavoro di Hoping è l'aver ribadito, a cinquant'anni dalla conclusione del Concilio Vaticano Il, che, essendo fonte (fons) e al contempo (culmen) apice della vita della Chiesa, l'Eucaristia merita di essere al centro dell'attenzione della teologia, non soltanto per la questione dell' ars celebrandi dei sacramenti, ma allo stesso modo anche per la loro ars intelligendi. Una teologia dell'Eucaristia non può non riguardare adeguatamente anche la sua forma celebrativa. Non esiste alcuna separazione tra ermeneutica liturgica ed ermeneutica dogmatica dell'Eucaristia. La trattazione della storia e della teologia dell'Eucaristia fatta da Hoping vuole essere un contributo al superamento di quella pericolosa, e purtroppo ancora diffusa, separazione tra liturgia e fede, tra lex orandi e lex credendi. Il libro non intende essere un commentario storico-ermeneutico del rito della Messa Romana, ma uno studio dell'Eucaristia considerata non unicamente come ens, ma come actio liturgica. È un tentativo di uscire da quella che A. Grillo ha definito l'autosufficienza della teologia dogmatico-sistematica per l'elaborazione di un discorso veramente completo sui sacramenti. Si tratta della necessità di ampliare il "sapere sacramentale", arricchendolo dal punto di vista concettuale e strutturale con il "sapere liturgico". Questo esige che l'Eucaristia sia ricollocata nel suo luogo proprio che è la celebrazione rituale e che si operi nello studio dei sacramenti il passaggio paradigmatico da una comprensione di essi in genere signi et causae a quella che li colloca in genere symboli et ritus: “oggi non è più possibile un intellectus fidei che non cominci e non torni sempre di nuovo all' intellectus ritus, la cui qualificazione fondamentale è di essere per il cristiano anzitutto intellectus eucharistiae”. Il lavoro di Hoping sembra essere riuscito a porre al centro della narrazione storico-teologica del sacramento eucaristico l'unità profonda tra intellectus fidei e intellectus eucharistiae. Anche se non del tutto condivisibile è l'interpretazione offerta del motu proprio Summorum Pontificum, il saggio risulta particolarmente importante perché prende atto della situazione contemporanea di "decadenza" della liturgia. Molto spesso ci troviamo dinanzi a vere e proprie liturgie desacralizzate. Attraverso una ermeneutica della riforma, in continuità con la Tradizione della Chiesa, Hoping richiama gli aspetti fondamentali di un rinnovamento liturgico capace di ridare alla liturgia il suo carattere sacrale, contro ogni comportamento arbitrario che si caratterizza per assenza di forma. La forma rituale della Messa Romana, sviluppatasi nel corso della storia, non può essere abbandonata in favore di soluzioni liturgiche creative, fabbricate secondo i propri gusti o assecondando tendenze e desideri dell'assemblea. C'è una oggettività propria della liturgia, in cui si esprime la dimensione universale della liturgia cattolica, che non può essere ignorata; “c'è una indisponibilità della liturgia "divina", che esclude ogni arbitrio liturgico”. Il trattato di Hoping, con i continui riferimenti all'ordo Missae e alla lex orandi, dona al lettore preziosi insegnamenti sull'ars celebrandi/ars presidendi e ricorda che esiste una non arbitrarietà del culto che non può essere persa di vista, pena il ritrovarsi a celebrare qualcosa di autoreferenziale e spaventosamente informe, che non è la liturgia della Chiesa, ma – utilizzando la nota espressione di J. Ratzinger – “una danza vuota intorno al vitello d'oro che siamo noi stessi”».


A. Porreca, in Rassegna di Teologia 56 (2/2015) 321-330

«Il volume di Helmut Hoping è innovativo sia nel metodo che nel merito, in quanto affronta la storia del sacramento dell'eucaristia con un approccio che unisce insieme i contenuti teologico-dogmatici e la forma liturgico-celebrativa. Sulla base degli studi più recenti, l'autore traccia un percorso di approfondimento che parte dall'ultima cena e dalla celebrazione eucaristica nella comunità cristiana delle origini, passando poi alle tappe che hanno segnato lo sviluppo della messa nei secoli, per arrivare infine alla riforma del Messale Romano voluta dal Concilio. Oltre alle controversie teologiche sull'eucaristia (Medioevo, Lutero, Trento), vengono affrontati anche gli aspetti della devozione eucaristica che hanno caratterizzato le diverse epoche. L'autore non rinuncia neppure a prendere posizione sulla questione quanto mai attuale di come celebrare oggi l'eucaristia, che vede contrapposti i promotori della riforma liturgica voluta dal Vaticano Il e i sostenitori del rito tridentino. L'opera si conclude gettando uno sguardo sulla situazione del dialogo ecumenico e dedicando un approfondimento sul significato dell'eucaristia a partire da una originale fenomenologia del dono».


In Vita Pastorale 7/2015

«[…] Nel suo volume il teologo tedesco Helmut Hoping non offre semplici risposte ad hoc, ma una vera e propria enciclopedia sulla cena del Signore che ingloba in un unico sviluppo tematico le dimensioni storica, liturgica e teologica dell’eucaristia. Il teologo infatti è convinto dell’inseparabilità tra lex orandi e lex credendi ovvero dell’inscindibile circolo ermeneutico tra liturgia e dogma. Lungi dall’essere un «modesto contributo» come l’autore stesso definisce la sua opera, il volume costituisce un ricco e documentato punto di rifermento sul sacramento dei sacramenti, il mistero della presenza reale di Cristo in mezzo a noi».


R. Cheaib, in www.theologhia.com giugno 2015