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Introduzione alla Dottrina sociale della Chiesa
Bartolomeo Sorge

Introduzione alla Dottrina sociale della Chiesa

Prezzo di copertina: Euro 27,00 Prezzo scontato: Euro 25,65
Collana: Books
ISBN: 978-88-399-2855-9
Formato: 13,5 x 21 cm
Pagine: 536
© 2006, 20204

In breve

Nuova edizione rivista, aumentata e aggiornata

Una panoramica completa, sintetica, aggiornatissima, che costituisce anche un vero e proprio sussidio all’impegno sociale e politico. «Un testo veramente prezioso, che non solo distilla anni di ricerca e di verifica, ma orienta anche credenti e non credenti a vivere o a riconoscere la presenza originale, ma necessaria, della fede nella società» (G. Ravasi).

Descrizione

Che cosa è la Dottrina sociale della Chiesa? Come si è formata e sviluppata? È legittimo l’intervento della Chiesa in campo sociopolitico? Qual è il contributo specifico della Dottrina sociale della Chiesa al rinnovamento della società? Che cosa pensa la Chiesa del capitalismo, del marxismo, del neoliberismo, del relativismo etico? Come si pone la Chiesa di fronte alla democrazia e allo Stato sociale? Che significa fare politica da cristiani in una società laica, secolarizzata e pluralistica? Come affrontare i temi della crisi economica e della crisi ecologica?
L’opera non solo risponde a questi e ad altri interrogativi di fondo, ma, attraverso un’esposizione sistematica del Magistero sociale, presenta il pensiero della Chiesa sui temi più concreti del dibattito attuale: questione ambientale, globalizzazione, guerra e terrorismo, manipolazione genetica, pena di morte, rapporto tra etica e ricerca scientifica, rapporti con l’islam, ruolo dell’Unione europea.
La presente edizione, aggiornata e aumentata, è arricchita da uno studio sull’enciclica Laudato si’ e da un’ampia Appendice storica sui cinquant’anni di post-concilio, dove l’Autore mette in risalto la eccezionale “spinta” al rinnovamento, impressa da papa Francesco, in evidente contrasto con le incertezze e la stanchezza della precedente stagione ecclesiale.

Recensioni

El P. Bartolomeo Sorge anuncia en la Avvertenza inicial que, dada su edad avanzada (cumple en 2016 70 años como jesuita), ésta será la última edición de la presente obra. Desde 1996, en que publicó la primera recogiendo sus clases en el Instituto de formación política “Padre Arrupe” de Palermo, llegamos ahora a la tercera. En ésta actual se conserva la estructura primitiva, a la que se han añadido dos partes más: tal circunstancia es de interés para valorar mejor el contenido de esta Introducción tal como ahora se nos ofrece.

En el enfoque inicial Sorge concibió la Doctrina Social desde una estructura trimembre (discurso, propuesta, presencia). El discurso social resume los contenidos doctrinales, pero se recurre al término “discurso” porque responde mejor al carácter histórico que rodea a esta reflexión y evita la idea de un cuerpo doctrinal cerrado y definitivo: esto le permite recorrer las distintas etapas desde León XIII hasta llegar a Benedicto XVI y su Caritas in veritate (un capítulo que es, evidentemente, novedad en esta última edición). Pero el discurso social ha de abrirse a una propuesta social, como conjunto de principios y orientaciones para un proyecto cultural cristianamente inspirado y que Sorge sintetiza como “civilización del amor”. Por fin, el paso a la acción es una exigencia intrínseca al servicio que el cristiano está llamado a prestar al mundo. Esta presencia social afecta esencialmente a los laicos, pero no sólo a ellos; pasa inevitablemente por la mediación de la política, y tiene que encontrar sus formas propias en un mundo tan complejo y plural como el nuestro.

Ese todo coherente, que últimamente quiere ser una guía para la presencia de la Iglesia en la sociedad actual y que constituyó la primera edición de la obra, fue luego completado (ya en la segunda edición en gran parte), con otro gran apartado en que se recogieron debates de actualidad. En ellos está como telón de fondo el Vaticano II (que para la visión de Sorge tiene un relieve especial), pero luego incluye una gran variedad de temas que se suceden en 13 capítulos, a los que se añade uno más (y más reciente), que es un comentario a la encíclica Laudato si’. En esos 13 capítulos, la variedad es enorme, y también distinta la profundidad en el tratamiento, con temas que van desde la globalización y la crisis reciente hasta el terrorismo o las relaciones con el mundo islámico, sin olvidar las cuestiones relativas al avance tecnológico y la biotecnología. La problemática europea tampoco está ausente, y da lugar a una reflexión sobre los valores “no negociables”, que tanto preocupó a Benedicto XVI. Una novedad que ya se tuvo en cuenta en la segunda edición fue la publicación del Compendio de la Doctrina Social de la Iglesia, que Sorge utiliza incorporando con mucha frecuencia en recuadros los textos más significativos del mismo.

Significativo resultará al lector el Apéndice, que consagra al giro del papa Francisco, y que Sorge interpreta como una vuelta al Vaticano II y al espíritu que inspiró a Juan XXIII. Si Pablo VI impulsó a la Iglesia desde lo que Sorge llama la “línea montiniana” (con una atención muy señalada a una nueva línea pastoral misionera, al diálogo a todos los niveles o a una nueva forma de presencia social y política), con Juan Pablo II esa línea quedó congelada para dar paso a una etapa de “normalización” que marcó también al pontificado de Benedicto XVI. Ambos papas estuvieron más atentos a salvaguardar la continuidad con el pasado que a afrontar los nuevos horizontes abiertos por el Concilio. El papa actual llega, inesperadamente, en un clima de concilio inacabado y con una propuesta inequívoca de “volver al Evangelio”.

Este apéndice ofrece quizás una clave para entender todo el libro. No sólo aporta un mensaje de esperanza ante las posibilidades que se abren a la Iglesia para revisar su forma de presencia y de misión en la sociedad; da también pistas para entender mejor el carácter dinámico de la Doctrina Social de la Iglesia a pesar de las reservas que con frecuencia encuentra un planteamiento así.


I. Camacho, in Archivo teológico granadino 79 (2016) 352-353

Una nuova edizione, rivista e aumentata, del libro di P. Bartolomeo Sorge Introduzione alla dottrina sociale della chiesa edito dalla Queriniana.

La missione della chiesa è quella di annunciare il Vangelo, cioè la salvezza e la redenzione operata da Cristo. È essenzialmente una missione “religiosa”, se vogliamo “soprannaturale”. Allora, ci si chiede comunemente, perché la dottrina sociale? A tale quesito si potrebbe così rispondere: perché questo annuncio non la separa dalla storia e dalle realtà temporali, ma in queste la chiesa s’incarna e si realizza. È Padre Bartolomeo Sorge ad affermarlo. Per tale motivo, il messaggio evangelico sull’uomo e sulla società “non vale solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà”. Evangelizzare significa progredire. Non si può evangelizzare senza che l’uomo progredisca anche civilmente. L’evangelizzazione va sempre con la promozione umana. Si evangelizza promuovendo e si promuove evangelizzando. L’annuncio è libertà. Bisogna liberare l’uomo da ogni forma di schiavitù di ordine culturale, economico, sociale e politico. Questo messaggio di liberazione di Dio agli uomini si deve tradurre nei valori, nel costume, nel linguaggio. Insomma, diventa cultura. Per cui la chiesa, non solo ha il diritto di intervenire nella società, ma ha anche il dovere di farlo attraverso un linguaggio comprensibile agli uomini. I motivi principali di tale dovere sono due: il primo consiste nel fatto che l’ordine morale è connesso con l’ordine soprannaturale. La chiesa – scrive l’autore – ha competenza a intervenire sulle questioni sociali, economiche e politiche nella misura che esse toccano il campo morale. Il secondo motivo, invece, risiede nell’evidenza che la rivelazione cristiana ha una intrinseca dimensione storica. Nel 1891 la Rerum Novarum di Leone XIII apre ufficialmente il “discorso sociale” della chiesa, impegnandosi a dare una risposta dottrinale e sistematica ai problemi umani nati dalla “questione sociale”. Lo sfondo storico è quello del conflitto, dello scontro tra chiesa e mondo moderno.

Padre Bartolomeo Sorge, considerato da molti un “maestro” in materia, ha voluto approfondire e chiarire le linee guida della dottrina sociale della chiesa. Lo ha fatto offrendo ai lettori un testo divenuto fondamentale. Esordito col titolo Per una civiltà dell’amore, del 1996, esso raccoglieva le pionieristiche lezioni tenute dall’autore all’Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe” di Palermo. Il testo, usato nelle aule universitarie, nei master e nei vari corsi impostati su tale tema, è stato più volte aggiornato. Le modificazioni strutturali contribuirono a cambiare anche il nome dell’opera in Introduzione alla Dottrina Sociale della Chiesa. La casa editrice Queriniana, impegnata da sempre ad offrire opere di altissimo profilo teologico e pastorale, lo consegna ai lettori con una edizione aggiornata (2016) agli ultimi interventi di carattere sociale di papa Francesco.

P. Sorge non manca di sintetizzare, con lucida analisi e chiarezza argomentativa, i pronunciamenti della chiesa su problemi “sociali”. Il gesuita, con precisione terminologica, illumina i documenti storici attraverso un’analisi dettagliata. Introduce ed approfondisce la raccolta di fonti curata dal Pontificio consiglio della giustizia e della pace nel 2004, meglio conosciuta come “Compendio della dottrina sociale della chiesa”. Nella prima parte, il libro di P. Sorge, presenta, in modo sintetico, i più importanti e complessi avvenimenti storici che hanno spinto la chiesa ad intervenire, aprendo, nei fatti, il “discorso sociale”. I vari interventi della chiesa, infatti, seguono e anticipano quanto accade nel mondo. “Seguono” in quanto analizzando le strutture ideologiche di determinate scelte politiche o processi organizzativi in atto, criticandone l’impostazione, non rispettosa della dignità umana; “Anticipano” in quanto la profezia non è mai venuta meno nella chiesa, perciò, attraverso un’argomentazione biblica e nello stesso tempo filosofica, ne spiega le ragioni a tutti gli uomini.

Alla luce di quanto presentato da P. Sorge, è importante evidenziare che la dottrina sociale della chiesa non è solo un aiuto offerto al mondo, ma, in particolare in periodi difficili come quello attuale, l’insegnamento vale per la stessa chiesa. Quest’ultima, camminando con il mondo, ne ha condiviso la crisi in atto. Per cui, la dottrina sociale è per tutti. Di conseguenza, è bene studiarne i contenuti di questi “alti” ed “altri” insegnamenti.

Il volume si presenta come un corso, o meglio, un percorso a tappe. Dal “discorso” alla “proposta”, alla “presenza”. Si tratta di lezioni e non di una sintesi. Introduce allo studio ed alla pratica degli insegnamenti sociali del magistero. Il pensiero si trasforma in azione, capace di trasformare la nostra società. È importante ribadire che la dottrina sociale è parte integrante della teologia morale cattolica. Conoscerla è un dovere per tutti i cattolici che, a vario livello, sono impegnati nella società. La “Rivelazione” e la “ragione” sono le sue fonti principali. Ma è altrettanto importante precisare che la dottrina sociale non è stata pensata da principio come un sistema organico, ma si è formata nel corso del tempo, attraverso i numerosi interventi del magistero sui temi sociali. Tali principi di riflessione, criteri di giudizio e orientamenti di azione, che costituiscono insieme il “discorso sociale” sono una ricchezza che il credente non può ignorare. È necessario usufruirne a piene mani, usarla, applicarla. Per farlo è necessario conoscerla, studiarla ed approfondirla. A tale scopo, il libro di P. Bartolomeo Sorge risponde appieno. Introduce, come già detto, allo studio, alla riflessione, alla ricerca. Il presente volume risulta essere, in una parola, “indispensabile”!


D. De Angelis, in https://it.zenit.org 2 agosto 2016

Il vangelo libera l’uomo e la Chiesa è chiamata ad annunciarlo per rendere l’uomo libero. A questo tende tutto il suo magistero, in particolare quello relativo alla cosiddetta dottrina sociale della Chiesa.
Questo era il riferimento dal quale padre Bartolomeo Sorge partiva nel redigere la prima edizione di Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa che vide la luce nel 1996, sulla scorta delle sue (allora ben note) lezioni palermitane all’Istituto di formazione politica Pedro Arrupe. Non a caso quella prima edizione entrava nel vivo della trattazione attraverso il discorso di Paolo VI in un’udienza privata alla Civiltà Cattolica nel 1975, quando lo stesso Sorge ne era il direttore. In quel discorso «scritto di suo pugno», il Papa richiamava alla fedeltà al magistero della Chiesa sottolineando che la fedeltà vera è «adulta fedeltà», capace, cioè, di accompagnare l’esposizione degli insegnamenti della Chiesa con «sguardo profetico e dinamico verso il futuro per scoprire, indovinare se occorre, i segni dei tempi... le vie aperte all’avvenire della società e specialmente della Chiesa pellegrinante verso il domani».
Su questa idea di formazione del cristiano adulto padre Sorge ha indirizzato le lezioni al "Pedro Arrupe" e ha costruito questo manuale, intendendolo non come una sintesi dell’insegnamento sociale della Chiesa, ma come una vera e propria «introduzione allo studio». In quel "lontano" 1996, insomma, l’obiettivo era di fornire una chiave di lettura e interpretazione. Obiettivo che (visto il successo ottenuto dal volume anche come testo di studio) si è perpetuato nelle successive edizioni rivedute e ampliate fino a questa del 2016. Edizione resasi necessaria per prendere in considerazione il «gesto profetico» delle dimissioni di Benedetto e, soprattutto, «la svolta di papa Francesco» che, spiega Sorge, riporta decisamente la Chiesa sulla strada rinnovatrice del Vaticano II avviata da Giovanni XXIII e che, sempre secondo Sorge, si sarebbe interrotta con la morte di Paolo VI.
Le argomentazioni di padre Bartolomeo su questo punto sono ampiamente documentate e riescono a convincere il lettore proprio se viste alla luce del pontificato di Francesco, in particolare del suo discorso al Convegno di Firenze e dell’enciclica Laudato sì, vista come «un segno evidente della volontà di riprendere il cammino di rinnovamento conciliare» col suo «approccio esistenziale e pastorale» ai problemi dell’umanità, piuttosto che attraverso un’analisi deduttiva che partiva dalla dottrina e spesso sconfinava nella teoria.
In sostanza, spiega Sorge, dopo i decenni del pontificato di Giovanni Paolo II in cui la Chiesa è vista come «forza sociale» trainante, unita anche in politica, oggi, come Paolo VI (Populorum Progressio, Octogesima adveniens), anche Francesco interpreta la presenza della Chiesa nel mondo come forza spirituale capace di rinnovare dal basso, persona per persona, secondo un’idea che prevede «il pluralismo della presenza politica dei cristiani». Questa visione dell’azione della Chiesa nel mondo, che Sorge definisce «induttiva», è affermata da Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (Chiesa in uscita, povera e serva) del 2013, che lo stesso Bergoglio ripropone, due anni dopo, come «indicazione» di studio e riflessione alla Chiesa italiana nel suo discorso al Convegno ecclesiale di Firenze nel novembre scorso. Una Chiesa che riscopre «il metodo sinodale» e che non deve mai essere autoreferenziale, perché «quando lo diventa si ammala». Una Chiesa in dialogo sui grandi e più urgenti problemi del mondo (Laudato si’), attraverso un parlare e un agire «onesto», «trasparente», «inclusivo», «integrale», interessato «al bene comune» contro ogni interesse particolare o ideologico.


R. Zanini, in Avvenire 26 febbraio 2016

Esattamente vent’anni fa arrivava in libreria un testo a firma del gesuita Bartolomeo Sorge dal titolo «Per una civiltà dell’amore» che raccoglieva le lezioni tenute all’Istituto di formazione politica «Pedro Arrupe» fondato a Palermo dallo stesso Sorge nel 1986, come continuazione del Centro Studi Sociali attivo fin dal 1958. Una sorta di compendio a scopo didattico della dottrina sociale della Chiesa che allora aveva significativamente anticipato quello che poi è stato pubblicato dalla Santa Sede come Compendio ufficiale diciotto anni dopo, nel 2004 a cura del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace. Che nel frattempo le tematiche si siano fatte più complesse è sotto gli occhi di tutti, che un testo ritenuto da molti, studiosi e non, come basilare per il suo rigore sistematico e il linguaggio didattico, una volta esaurito non potesse andare perduto sono le motivazioni essenziali che hanno indotto l’editrice Queriniana a riproporlo in un’edizione completamente rinnovata (già una nuova edizione aveva visto la luce nel 2006) e aggiornata dalle mani stesse dell’Autore. «Con la rinuncia di Benedetto XVI al pontificato e con l’elezione di papa Francesco, scrive Sorge nella prefazione, si è conclusa un’intera lunga stagione della Chiesa durata trentacinque anni (1978-2013)», tanto che è sembrato necessario aggiungere un intero capitolo sul magistero di Bergoglio e un’ampia appendice che mette in luce il «coraggio profetico» dell’attuale pontefice anche in questo campo.

«Si tratta pur sempre e solo di lezioni» o «più modestamente di un’introduzione alla dottrina sociale», si legge nelle prime battute, ma, almeno per quanti conoscono la figura di padre Sorge – uno dei gesuiti che ha caratterizzato l’impegno sociale e politico della Compagnia di Gesù, sulla scia proprio di padre Arrupe – la realtà è ben diversa. Il testo appare infatti come un corposo lavoro di oltre 500 pagine che non lascia nulla al caso. Le fonti sono parte essenziale del testo suddiviso in maniera sistematica in quattro sezioni: il discorso sociale della Chiesa, la proposta sociale della Chiesa, la presenza sociale della Chiesa, dibattiti di attualità, oltre alla citata appendice sulla svolta di papa Francesco. Dal Vangelo al discorso sociale, attraverso una rigorosa presentazione dei diversi momenti storici (chiara la proposta cristiana di Jacques Maritain), Sorge giunge alla «nuova primavera» del Concilio e alla sua «grammatica etica comune» che ripensa il concetto di laicità e responsabilità. Le due modalità di porsi da cattolici in politica sono analizzate quasi «in acquario», mettendosi cioè nelle scarpe degli uni e degli altri. Significativo il capitolo su «Come la Chiesa fa politica» dalla «scelta religiosa» ai preti antimafia. Tutta da scoprire la sezione dedicata ai dibattiti caldi di oggi: economia, guerra, terrorismo, pena di morte, dimensione etica della ricerca e biotecnologie in particolare, islam e cristianesimo in Europa, politica e valori, i temi della Laudato Si’. «Non esiste una cultura superiore, perché “ogni cultura è uno sforzo di riflessione sul mistero del mondo e in particolare dell’uomo”», scrive Sorge citando le parole di papa Giovanni Paolo II all’ONU nel 1995 e invitando i cristiani a porsi in ascolto dei numerosi elementi di verità che si trovano, come spiega la Gaudium et Spes, non solo nelle altre religioni, ma anche nei non credenti. «La difesa dei diritti umani e dei nostri valori non si ottiene perciò in nome di una presunta superiorità della cultura occidentale, ma attraverso una vigorosa ripresa sia della vita cristiana, sia della vita democratica, fondate sulla tolleranza e sul rispetto dell’altro, senza nessuna guerra di religione né scontro di civiltà». Un tema che viene ripreso nell’analisi dell’attuale pontificato: «una scelta evangelica che non solo ha cambiato il clima dentro e fuori la Chiesa, ma mostra visibilmente il volto rinnovato della Chiesa, libera, povera e serva, che procede in spirito sinodale, non ripiegata su se stessa, né preoccupata dei suoi problemi interni, una Chiesa madre che comprende, accompagna e accarezza, capace di dialogo e di incontro».


M.T. Pontara Pederiva, in www.lastampa.it/vaticaninsider 4 febbraio 2016