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Introduzione alla teologia
Bernard Sesboüé

Introduzione alla teologia

Storia e intelligenza del dogma

Prezzo di copertina: Euro 16,00 Prezzo scontato: Euro 15,20
Collana: Introduzioni e trattati 48
ISBN: 978-88-399-2198-7
Formato: 16 x 23 cm
Pagine: 160
Titolo originale: Introduction à la théologie. Histoire et intelligence du dogme
© 2019

In breve

Una introduzione solida e sintetica alla teologia cristiana. Scritta in un linguaggio fluido, è destinata in particolare agli studenti che iniziano gli studi di teologia e di scienze religiose: li aiuta a orientarsi nel pullulare delle discipline teologiche e a trovare con metodo un perno unitario per la propria ricerca, avendo come centro di gravità la teologia dogmatica. Sono pagine chiare e autorevoli, che forniscono uno spettro di valide informazioni su un campo davvero vasto.

Descrizione

Come orientarsi fra le svariate discipline che rientrano nell’orbita della teologia? Anzi: che cosa si intende esattamente con “teologia”? Queste pagine si propongono di chiarire i concetti in gioco e di offrire un insieme di informazioni non solo corrette ma adeguate su un ambito che è davvero vasto. Prendendo come proprio centro di gravità la teologia dogmatica, quest’opera intende inquadrarla alla luce del suo passato, del suo presente e del suo avvenire.
Sesboüé spiega allora che la teologia dogmatica non è il dogma: è la disciplina umana che cerca di capire nel modo migliore il contenuto del dogma. Dal punto di vista cristiano, la teologia avrà come oggetto centrale l’evento storico raccontato nella Bibbia e il cui apice è la venuta, morte e risurrezione di Gesù di Nazaret, proclamato dai cristiani Cristo e Signore, e adorato come Dio. Questo avvenimento prosegue in un’altra storia, quella della Chiesa, di cui Gesù di Nazaret è il fondatore e il fondamento. Per questo motivo, la teologia cristiana è in larga misura una storia, scienza dell’uomo per eccellenza.

Recensioni

Questo libro intende offrire agli studenti che si avvicinano alla teologia, ai suoi cultori (ma non solo) un'introduzione all'universo della teologia, a partire dal punto di vista di un teologo dogmatico, com'è l'autore (1929-2021) per formazione e per docenza.

Non ha bisogno di presentazioni né la sua produzione saggistica, né la sua affabilità e quella profonda semplicità con cui sapeva rendere chiare le complessità di una teologia che non si fa certo accostare con facilità. Questo tratto traspare anche da questo breve scritto (153 pp.) «senza pretese» (p. 5), «elementare» (p. 8), ma che andrebbe letto anche al termine della formazione teologica e nei primi anni della docenza quando ci si appresta (si dovrebbe riuscire) a chiarire la complessità di una scienza che spesso rimane molto ingarbugliata, qualche volta sfocata e farraginosa.

Si dice che la teologia dogmatica non è il dogma, e neppure potrà mai essere «dogmatica». Ma poi per una certa ambizione sintetica, che ancora agguanta la disciplina, si slitta facilmente a rilevare il carattere normativo del credere sulla scorta della normatività del dogma per il credente. Non è anche per questo che essa patisce un certo scompiglio di fronte ai mutamenti delle sensibilità culturali, scientifiche e tecnologiche anche di questi tempi, e non solo dalla metà del XX secolo? Ma allora che cos'è la teologia dogmatica?

Vista l'acredine verso tutto ciò che è «dogma» (varie sono a tutt'oggi le sue concezioni), nel Novecento si è trasformata prima in teologia «sistematica» (non più il magistero al centro, ma la rivelazione) e poi in teologia situazionale (il soggetto del teologare passa dall'articolazione delle specifiche discipline, ai soggetti che fanno teologia; dalle pratiche delle diverse specialità teologiche, alle situazioni in cui si trovano coloro che fanno teologia).

Insomma, la situazione per la dogmatica si è complicata. «Ha ancora un avvenire? Oppure deve conoscere un tempo di silenzio relativo e di pausa, prima di poter rinascere da se stessa?» (p. 8). La risposta dell'autore si sviluppa in due capitoli che situano l'analisi terminologica («teologia» e «dogma») nel panorama delle diverse teologie (pp. 9-45; 47-64), a cui segue un capitolo centrale interamente dedicato alla «teologia dogmatica» (statuto, riferimenti e metodo) (pp. 65-85). Altri due capitoli offrono una panoramica storica sintetica (di sicuro interesse se fatta da chi ci ha offerto una poderosa Histoire des dogmes su cui intere generazioni hanno studiato) della Nascita e sviluppo della teologia dogmatica (pp. 87-110) fino «all'epoca contemporanea» (pp. 111-133). Chiude il lavoro una breve «conclusione» che valorizza al meglio il lavoro svolto, e che incoraggia quanti paventano i limiti e le fatiche della teologia contemporanea.

«Mi auguro che questo piccolo libro possa essere un agente fecondo di comunicazione interteologica, invogliare allo studio della teologia e far diminuire l'immensa ignoranza che affligge il mondo d'oggi in questa materia» (p. 145). Un buon testo per gli autori e i lettori della nostra rivista.


D. Passarin, in CredereOggi 258 (n. 6/2023), 153-154

L’A., un teologo francese che non ha certo bisogno di presentazioni, arrivato all’importante soglia dei novant’anni affida alle stampe un libro “introduttivo”, una piccola opera senza pretese, così afferma all’inizio dell’Introduzione, e quindi destinata, sembrerebbe, a chi si accosta per la prima volta alla teologia, con l’intento di chiarirne con lodevole precisione il lessico, la finalità e il metodo. Già questo sarebbe sufficiente per raccomandarla agli studenti dei primi corsi.

Chi scrive queste righe conosce per esperienza un certo disagio e l’impressione di approssimazione e, quasi, di “fluidità” provati approcciando i concetti fondamentali delle discipline teologiche provenendo dal mondo delle scienze fisico-matematiche. Un testo come questo sarebbe stato certamente di aiuto poiché dedica ampio spazio a una esauriente explicatio terminorum come premessa per accedere allo status quaestionis della teologia, nella sua funzione ecclesiale e nelle sue varie ramificazioni.

Più in dettaglio, nei primi tre capitoli Sesboüé chiarisce cosa sia la teologia cristiana, le sue diverse suddivisioni specialistiche che lo studente incontra nei corsi istituzionali, la sua relazione e insieme la differenza con il “dogma”, accostato nella sua vitale connessione con il depositum fidei, del quale l’A. approfondisce i caratteri particolari tramite una analisi etimologica e storica ricca di esempi concreti, ovviamente nei limiti consentiti dalla brevità del saggio. Il terzo capitolo, poi, si occupa della cosiddetta teologia dogmatica, illustrandone lo statuto, i riferimenti e il metodo. Degno di nota è il chiarimento efficace della differenza, che non è una vera divisione, tra teologia dogmatica e teologia sistematica, di norma più presupposta che spiegata nei manuali; un grazie all’A.!

Infine un po’ di storia, dagli esordi ai nostri giorni, della teologia dogmatica e una conclusione aperta… al futuro e alle domande che esso porrà, presumibilmente, alla fede. L’intento è certamente quello di mostrare questa disciplina al lavoro nella concretezza delle varie epoche ma, diremmo, il risultato raggiunto è probabilmente maggiore. Il lettore, e non solo il principiante, vedrà nel concreto come e perché, con quali mezzi e con quanto “successo” è nata e si è strutturata questa disciplina, ecclesiale nella sua destinazione. Ben più che un conciso vademecum di teologia dogmatica, il lavoro “senza pretese” di Sesboüé si rivela quindi utile non solo allo studente, cui offre basi solide per l’apprendimento futuro, ma anche a chi ha già raggiunto i vari titoli accademici e, con uno sguardo panoramico a ritroso, vuole “ricapitolare” su basi sintetiche più profonde le sue conoscenze.


A. Ricupero, in Studia Patavina 1/2020, 181-182

«Questa piccola opera è senza pretese. Vorrebbe semplicemente aiutare lo studente in teologia a orientarsi nel pullulare delle discipline che rientrano nella dimensione “teologica”». È preziosa la scelta di un teologo che ha accompagnato con “expertise” la riflessione teologica della seconda metà del XX secolo, con imponenti volumi, di offrire nell’ultima opera tradotta dall’Editrice Queriniana, un piccolo volume interessato a «trovare punti d'appoggio» nel marasma delle numerose discipline teologiche. Bernard Sesboüé presenta così la sua opera.

Il volume si presenta come un Cicerone o come una bussola per orientarsi nel mondo teologico, che – come non nasconde il teologo gesuita – si presenta per i principianti come «un quadro complesso e relativamente confuso». L'obiettivo prefissato dall’opera, quindi, si situa al di qua delle complessità successive del sapere teologico volendo – a un livello più propedeutico ed elementare – chiarire i concetti fondamentali della scienza teologica e situare l’attuale teologia dogmatica alla luce del suo passato.

Venendo dalla penna di un teologo dogmatico, l'opera assume inevitabilmente come Centro di gravità la teologia dogmatica. Ciò è dovuto, oltre alla matrice dell’a., anche alla stessa centralità del dogma nelle varie ramificazioni del sapere teologico. L’a. precisa, infatti, che la teologia dogmatica non sono “i dogmi”, bensì la disciplina umana che cerca di comprendere al meglio il contenuto del dogma e dei dogmi. La dogmatica, in altre parole, è la mediazione umana che inserisce la scienza di Dio nell’ordine delle scienze umane. La teologia dogmatica ha per oggetto la storia del rapporto tra Dio e l’uomo, storia che è narrata normativamente nelle Sacre Scritture. Per questo, la dogmatica è inseparabile dallo studio della Bibbia culminante nell’evento Gesù storico. L’a. chiarisce che la teologia cristiana è largamente storica, è scienza della storia di Dio e dell’uomo.

Il primo capitolo costituisce una rassegna concisa della ricezione del termine “teologia” – precedente al cristianesimo ed ereditato dall’ellenismo – e che è stato inizialmente usato per parlare in senso stretto di Dio in sé, della santissima Trinità, diventando in seguito un termine più generico che ingloba tutte le materie attinenti all’ambito del rapporto dell’uomo con il Dio trino. L’a. presenta qui le varie ramificazioni fondamentali della teologia, con particolare attenzione a: l’esegesi e la teologia biblica, l’apologetica e la conseguente teologia fondamentale. Una presentazione più rapida è dedicata alle altre discipline come la teologia morale, il diritto canonico, la teologia ascetica e mistica, la storia ecclesiastica, la teologia pastorale e la teologia contestuale.

Il secondo capitolo mostra l’evoluzione del termine “dogma” da «opinione», nel contesto ellenistico, per giungere ad essere, nell’uso successivo cristiano, espressione di una certezza fondamentale di fede. L’a. presenta alcuni pilastri dell’affermazione dogmatica nella storia, tra cui il Commonitorium di Vincenzo di Lérins – quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est – e la specificazione dell’oggetto della fede presentata succintamente dal Concilio Vaticano I: «Per fede divina e cattolica sono da credere tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o tramandata, vale a dire nell'unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate, sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale» (DH 3011).

Il capitolo affronta anche il tema dello «sviluppo dei dogmi», la cui fondamentale importanza è stata sottolineata nel XIX da John Henry Newman, ma il quale, secondo l’a. è già rinvenibile nei primi Concili, ad esempio a Nicea I (325 a.D.), «che segna l’atto di nascita del linguaggio dogmatico non scritturistico nella Chiesa», manifestando così l’esigenza di trovare una terminologia adeguata per esprimere l’unica fede nelle varie epoche.

Il terzo capitolo riflette sullo stato e sulle fonti della teologia dogmatica, evidenziando i cosiddetti «loci theologici». L’a. manifesta il nesso inscindibile tra fede e teologia, affermando che «la teologia propriamente detta non può svilupparsi che nel quadro dell’atto di fede. In ciò, essa è ben diversa dalla scienza delle religioni, dove l’autore non è coinvolto personalmente in ciò che enuncia».

Il quarto capitolo è una breve ricostruzione di alcuni momenti salienti della storia della teologia e dei contributi specifici delle varie epoche. Dell’epoca patristica, ad esempio, l’a. sottolinea tre contributi fondamentali: quello di Ireneo di Lione, quello di Origene d’Alessandria e quello di Agostino d’Ippona. Dell’epoca medievale, l’a. evidenzia il passaggio stilistico della teologia scolastica evidenziando Boezio, il precursore del cambio di stile nel concepire e nel fare teologia. In seguito, l’a. si sofferma specialmente su due protagonisti del medioevo: Tommaso d’Aquino e Bonaventura.

L’ultimo capitolo, prosegue l’esplorazione della storia della teologia, soffermandosi sull’epoca moderna e la teologia contemporanea.


R. Cheaib, in Theologhia.com 24 giugno 2019

Con un lavoro essenzialmente divulgativo l’a., uno dei più celebri teologi francesi, presenta al lettore un quadro piuttosto esatto di cosa sia e di cosa tratti la teologia. Come suggerito dal sottotitolo, il vol. chiarisce il significato di teologia dogmatica che non si deve identificare con il dogma sic et simpliciter, quanto piuttosto con la disciplina umana che tenta di approfondire, dunque di spiegare il contenuto del dogma e dei dogmi proprio in virtù del fatto che il termine dogma esprime il contenuto, o meglio i vari contenuti della fede. Libro agile, rigoroso, di cui si consiglia la lettura specie ai giovani studenti di teologia.
D. Segna, in Il Regno 10/2019, 286

È un manuale che, come il titolo promette, fornisce gli elementi basilari per avviare allo studio della teologia dogmatica. Questo è infatti il punto di vista prescelto dall'autore per assistere uno studente che muove i primi passi nell'apprendimento della disciplina, proponendo la teologia dogmatica, e non l'apologetica, quale fondamento della riflessione sul divino.

Un'occhiata all'indice, molto dettagliato, è sufficiente a cogliere il carattere e i tratti salienti di un'opera scarna, essenziale, mirata a trasmettere le basi di una disciplina che, non è ben chiaro perché, insiste nel presentarsi con l'appellativo di scienza. I tratti umanistici dello studio risultano comunque evidenti, nell'uso continuo di riferimenti storici e nella proposizione costante delle opere dei maggiori pensatori, che vengono ridotti ai capiscuola: Ireneo da Lione, Origene, sant'Agostino per la patristica e poi Boezio, Tommaso d'Aquino e Bonaventura per la scolastica. La contemporaneità è presentata attraverso l'opera di Karl Barth, Hans Urs von Balthasar e Karl Rahner.


S. Valzania, in Radio InBlu – La Biblioteca di Gerusalemme 4 maggio 2019