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La coscienza
Eberhard Schockenhoff, Christiane Florin

La coscienza

Istruzioni per l’uso

Prezzo di copertina: Euro 20,00 Prezzo scontato: Euro 19,00
Collana: Giornale di teologia 347
ISBN: 978-88-399-0847-6
Formato: 12,3 x 19,5 cm
Pagine: 256
Titolo originale: Gewissen. Eine Gebrauchsanweisung
© 2010

In breve

Le istanze morali tradizionali hanno perso la loro antica influenza sulla nostra vita. E così la vita si conforma al principio dello zapping o alle indagini di mercato. Uno dei più noti teologi della morale in Germania e una giornalista e docente universitaria mettono allora al centro l’uso della coscienza nella prassi della vita (limitandosi a quegli ambiti in cui vale davvero la pena farvi ricorso).

Descrizione

Vale la pena di ascoltare la voce interiore della coscienza. La frase «Posso!» per tanto tempo è stata considerata la strada più sicura verso il successo. Una marcia che ha portato alla crisi. Non è logico che sia considerato un modello chi nuoce agli altri, tronfiamente conscio della propria importanza: consumi, mondo del lavoro, educazione, relazioni di coppia, politica, mezzi di comunicazione, scienza – le tentazioni sono grandi, per tutti. La propria coscienza è la migliore consigliera e la protezione più sicura contro le catastrofi.
Un articolato dialogo tra uno dei più noti teologi della morale in Germania e una giornalista e docente universitaria con vasta esperienza e conoscenza della cultura contemporanea.

Recensioni

«Questo dialogo, articolato e preciso, dei due autori incrocia gli ambiti più diretti e problematici del nostro tempo: il consumismo […], il modo come vengono vissute le relazioni umane […], la manipolazione della verità […], infine i temi scottanti (aborto, fecondazione artificiale, eutanasia). In ognuno di questi ambiti, la mano felice degli autori ci costringe a un viaggio dentro le nostre scelte e i nostri comportamenti, ma con una leggerezza e perfino una garbata ironia che ha, sinceramente, dello straordinario tanto è puntuale, in quanto capace di svegliare una coscienza assopita nelle molte e contrastanti voci della convulsa contemporaneità. La conclusione del libro, in forma di postfazione, è un piccolo capolavoro di sintesi non solo del viaggio compiuto nel testo, ma anche della domanda che riguarda molti cristiani per i quali, non meno che per i non credenti, la coscienza sembra essersi sposata alla “banalizzazione di Dio”. […] Gli autori mostrano bene e con un grande coraggio cosa significhi questa banalizzazione di Dio a cui oggi è concesso soltanto di essere “buono” e senza esigere alcuna responsabilità non solo nella fede ma anche nella vita. Scrivono, in questa prospettiva, gli autori: «Tra una rigida morale dell’obbedienza e un atteggiamento di fondo permissivo verso la vita, questo libro voleva indicare una terza via: la via della coscienza responsabile, acuita grazie ai principi morali […]». Sì, è proprio questo che ci manca: una coscienza libera che non giudica in modo precipitoso né scusa ogni cosa, ma che mostra la strada del perdono verso noi stessi e verso gli altri di fronte alla persona di Dio che prende sul serio le nostre persone. Ci augureremmo, tutto sommato, che questo libro venisse letto da chiunque abbia ancora a cuore la coscienza umana quale migliore consigliera e protezione contro l’anarchia dei nostri rapporti e delle nostre scelte che negano spesso la nostra libertà di tendere verso il vero, il buono, il bello».


C. Mezzasalma, in Feeria n. 38 (dicembre 2010) 65s.

«Il volume si legge di un fiato, evento quanto mai raro nella morale. L’aderenza alla sensibilità corrente, agli interrogativi che agitano le coscienze in questo volgere di cultura, è esemplare. Il testo parla agli uomini e alle donne di oggi dall’angolatura cristiana: essa appare come l’orizzonte pienamente umanizzante nel trambusto odierno. La soluzione "cattolica" dei problemi è indicata chiaramente. Lo stile discorsivo sta a dire che noi credenti ci inseriamo discretamente ma consapevolmente nel discorso etico di un mondo secolaristico, perché abbiamo qualcosa di assai valido da prospettare alle coscienze. Consapevoli che per molti problemi – si pensi al mondo della veracità e della menzogna – non è facile trovare la soluzione, diciamo a chiare note che il soggetto diviene se stesso, si realizza pienamente, formando e seguendo una coscienza sincera e illuminata. Quella prosa limpida fa capire ai credenti che le loro proposte etiche sono valide e significative anche in una cultura configurata dal politeismo etico».


F. Cultrera, in La Civiltà Cattolica n. 3859, del 4 aprile 2011, 98s.

«Il testo costituisce un’interessante sintesi di ricerca etica dove fondamento e fenomeno, generalità e specificità, istruzione teorica e indicazione pratica sono articolate in stretta connessione superando così un limite assai ricorrente nella trattazione manualistica. Gli strumenti dell’indagine sociale cui gli autori fanno ricorso con competenza conferiscono spessore e rigore alla lettura della realtà, primo ed essenziale momento del metodo fenomenologico-ermeneutico in prospettiva pratica. Dalla coscienza, così rintracciata nell’esperienza, emergono linee costanti che ne consentono una definizione in modo tutt’altro che vago come percezione, interrogazione, prospettazione di significati e forme buone dell’agire. […]
Gli Autori si rivolgono alla donna e all’uomo che intendono vivere consapevolmente in un mondo di relazioni economiche e sociali complesse e globalizzate, in cui affetti e relazioni sono conosciuti più secondo una volgata mediatica che nella loro effettiva consistenza antropologica, e nel quale la complessità tecnologica investe la vita umana fin nelle sue espressioni biologiche e culturali fondamentali dell’inizio e fine vita: a loro intendono offrire una capacità di sguardo attento e accogliente nei confronti dell’esperienza ma anche rigoroso nel discriminare le complesse potenzialità di bene presenti nella situazione storica; il taglio divulgativo rende dunque il testo fruibile a una tipologia di pubblico non accademico benché dotato di un buon grado di consapevolezza e di capacità di riflessione critica.
Il volume costituisce al contempo una preziosa opportunità di aggiornamento per i cultori della materia in riferimento alla complessità degli ambiti dell’etica applicata; accattivante nella lettura e sufficientemente organico nella trattazione, riesce a evitare il rischio di autoreferenzialità, tecnicismo di linguaggio e ripetizione di schemi euristici propri di una certa produzione teologica, senza rinunciare a un robusto impianto fondamentale che indirizzi a una comprensione critica dell’agire umano mediante lo stimolo a una costante formazione della coscienza».


P. Simonini, in Rivista di Teologia Morale n. 175, 511-515