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Teologia dell'amore
Werner G. Jeanrond

Teologia dell'amore

Prezzo di copertina: Euro 29,00 Prezzo scontato: Euro 27,55
Collana: Biblioteca di teologia contemporanea 159
ISBN: 978-88-399-0459-1
Formato: 16 x 23 cm
Pagine: 320
Titolo originale: A Theology of Love
© 2012

In breve

«Tanto il sentire popolare quanto la scienza concordano sul fatto che noi esseri umani abbiamo bisogno dell’amore per vivere. Desideriamo ardentemente essere amati ed essere in grado di amare. Ma cos’è che identifichiamo tanto facilmente con l’amore?».
Rispondendo a questo e ad altri interrogativi, il teologo tedesco W. Jeanrond esplora il potenziale e le ambiguità degli approcci cristiani alla prassi dell’amore, fino a sviluppare una teologia dell’amore che si vuole critica e autocritica.

Descrizione

«L’amore è al centro della fede cristiana. Dio ama questo universo in cui l’amore umano, come dono di Dio, può trasformare la vita. L’amore di Dio e l’amore umano sono di primaria importanza per la riflessione teologica. Tuttavia, i pensatori cristiani hanno sviluppato approcci spesso diversi alla relazione fra amore divino e amore umano e al significato del corpo, del desiderio, del genere e della sessualità per l’amore umano. Inoltre, mentre la riflessione sull’amore ha portato alcuni cristiani a sperare nel ristabilimento del paradiso, perduto in conseguenza del peccato originale, altri attendono la pienezza della vita attraverso il potere trasformante dell’amore secondo il progetto creativo e riconciliante di Dio».
In questo libro l’Autore esplora il potenziale e le ambiguità degli approcci cristiani alla prassi dell’amore, sempre consapevole che l’amore non è un’invenzione cristiana né una prerogativa cristiana. I dibattiti delle teologie bibliche e postbibliche sull’amore e sui loro rispettivi programmi, motivazioni e problemi forniranno il contesto per sviluppare una teologia dell’amore – critica e autocritica – contemporanea.
Una nuova teologia dell’amore, che non evita l’incarnazione e il desiderio.

Commento

«Dalla Bibbia a papa Benedetto XVI, attingendo da letterature in sei lingue, Werner G. Jeanrond delinea lo sviluppo del pensiero cristiano sull’amore, le sue differenze e le controversie. Questo libro è molto più di semplice storia: percorre infatti un’argomentazione ecumenica salutare per il superamento della dicotomia luterana tra agape ed eros umano, in modo da recuperare la vocazione creativa e il potenziale dell’amore umano».
Nigel Biggar, Christ Church, Università di Oxford (Gran Bretagna)

«Magistrale trattazione del percorso dell’amore nella teologia cristiana: Jeanrond combina una ricca analisi storica e l’ermeneutica del sospetto, per proporre una nuova teologia dell’amore che non tralascia l’incarnazione e il desiderio».
Catherine Cornille, Boston College (Massachusetts, USA)

«Una comprensiva teologia dell’amore allo stesso tempo critica e sfaccettata, che segue l’idea secondo la quale “l’amore è prassi, non un oggetto di fede né un principio della ragione”».
Arne Grøn, Università di Copenhagen (Danimarca)

Recensioni

«Nel suo vasto lavoro l’Autore, attualmente Professor di Divinity presso l’Università di Glasgow, attingendo al magistero papale e a un ampio ventaglio di testi, delinea una storia del pensiero cristiano sull’amore, proposta non come un semplice excursus, ma come una disamina condotta dal punto di vista ecumenico e tesa a superare la dicotomia tra agape ed eros propria del luteranesimo.
"L’amore – scrive l’Autore all’inizio della Prefazione – è al centro della fede cristiana. Dio ama questo Universo in cui l’amore umano, come dono di Dio, può trasformare la vita". […]
Molti e profondi sono gli argomenti affrontati da Jeanrond: la teologia agostiniana dell’amore di Dio, l’amore come agape, l’unità di amore e desiderio, la famiglia, la castità, la sessualità, l’amicizia, la carità. Il lettore non dovrà pensare che addentrarsi in una siffatta lettura sia un’impresa troppo complicata: sentirà invece nelle parole dell’Autore una forza che parla al cuore, in virtù di una sensibilità che fa dell’amore "una prassi, non un oggetto di fede né un principio della ragione"».


M. Schoepflin, in Toscana Oggi del 30 settembre 2012, 18