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Commentario al Nuovo Testamento (2 volumi)
Klaus Berger

Commentario al Nuovo Testamento (2 volumi)

Prezzo di copertina: Euro 157,00 Prezzo scontato: Euro 149,00
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© 2015

In breve

I due volumi:
COMMENTARIO AL NUOVO TESTAMENTO

di Klaus Berger

in offerta a € 149,00 anziché € 157,00

I volumi possono essere acquistati anche singolarmente, utilizzando il consueto carrello.

Descrizione

Klaus Berger
COMMENTARIO AL NUOVO TESTAMENTO
1. Vangeli e Atti degli apostoli (pagine 656 - ISBN 978-88-399-0116-3)
2. Lettere e Apocalisse (pagine 752 - ISBN 978-88-399-0117-08)

Un articolato commentario a tutti gli scritti del Nuovo Testamento ad opera di un solo autore, il biblista tedesco Klaus Berger, uno dei massimi specialisti in campo internazionale.
Nell’avvicinare ciascuno scritto vengono brevemente affrontate e discusse le principali questioni introduttive: quando ha avuto origine, chi l’ha redatto, a quali destinatari è rivolto, a partire da quali contesti storici e sociali si è sviluppato, qual è il suo profilo teologico, in quale regione dell’impero romano si è diffuso inizialmente.
Prende poi avvio il commento vero e proprio di ciascun brano: il lettore viene condotto a scoprire man mano le linee di pensiero e le affermazioni teologiche salienti del testo. Quando si incontrano punti difficili o particolarmente discussi, la spiegazione si fa più dettagliata, versetto per versetto.
Un’opera esegetica che, lontana da una rigidità freddamente tecnica, sarà apprezzata per la concretezza spirituale e la profondità dei riferimenti al vissuto.

Recensioni

Opera che si potrebbe definire monumentale questa dell’esegeta tedesco Klaus Berger, pubblicata dapprima in Germania nel 2011 in un unico ampio volume e adesso messa a disposizione del pubblico italiano in due volumi, sotto la cura meritoria di Flavio Dalla Vecchia.

L’ordine è il primo pregio di questo Commentario. Il lettore se ne accorge dall’indice e poi dai commenti all’interno del testo. L’introduzione ad ogni libro del Nuovo Testamento è spesso succinta: affronta senza fronzoli le questioni principali che consentono al lettore di cogliere la cornice storica. In questo senso, una particolare attenzione viene accordata al background giudaico dei libri neotestamentari. Inoltre, i temi classici – autore, destinatario e datazione – vengono spesso collegati sapientemente con gli aspetti teologici che rivelano nel Nuovo Testamento nel suo complesso un documento di fede. Alle introduzioni segue il commento vero e proprio alle singole parti. Quando è necessario, alcune sezioni di rilievo ricevono una trattazione a parte: è il caso, per esempio, dei racconti della passione (vol. I, pp. 258-266). Mettendo da parte le questioni più o meno capziose sulla stratificazione redazionale, Berger predilige il messaggio teologico. Il suo non sembra esclusivamente un metodo sincronico, perché sa far tesoro anche dalla critica della composizione: in questo modo, mostra quali siano le intenzioni degli autori nella disposizione del materiale letterario.

Inoltre, il commento è arricchito da paralleli con altri testi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento. Ma sono soprattutto i testi extra-biblici, dalla letteratura di Qumran a quella dei padri della chiesa o degli antichi libri liturgici, a fornire intuizioni interessanti. Il testo resta comunque sempre sobrio ed essenziale, frutto evidentemente di una perizia esegetica matura sui libri neotestamentari. Un testo che soddisfa lo studioso, ma che può essere molto utile anche per gli studenti.


D. Candido, in Parole di Vita 2/2017, 54

Superati i settant’anni di età, Klaus Berger offre in questi due volumi un’opera sintetica, dall’alto della sua lunga e significativa esperienza esegetica. Essendo un commento a tutti i libri del Nuovo Testamento (seppure in quasi 1.500 pagine!), occorreva fare alcune scelte drastiche di impostazione.

Le delinea l’A. nell’introduzione generale ai due volumi, anzitutto sotto forma di una triplice rinuncia: a seguire l’una o l’altra ipotesi circa la questione sinottica (ma non circa eventuali rapporti tra le lettere o tra il terzo vangelo e gli Atti degli Apostoli), a soffermarsi su ipotetici «strati redazionali» degli scritti, a una dettagliata storia della ricerca. Inoltre, pur non tralasciando questioni storico-critiche, predilige quella che chiama una «critica della composizione», cioè un’attenzione di fondo alla dimensione teologica degli scritti del Nuovo Testamento. Va precisato che si tratta di una dimensione teologica in senso stretto, dal momento che – in sintonia con il suo «best seller» su Gesú – si può trovare una costante allergia alle interpretazioni ottocentesche; a tale proposito occorre però citare le sue parole, a scanso di equivoci: «Se di regola rifiuto le ipotesi e le tesi dell’esegesi liberale e ancor piú di quella hegeliana, questo non cambia niente riguardo all’attenzione per la gran mole di intelligenza e dedizione che si è lí prestata alla Scrittura» (pp. 5-6). Infine, da non tralasciare i molti riferimenti al contesto culturale del Nuovo Testamento. Nell’insieme, sarebbe inutile dire che il commento è talora troppo sintetico: fa parte della scelta redazionale l’esserlo; anche se va detto che talora può creare un certo disagio, perché alcune questioni complesse sono risolte molto velocemente e in alcuni casi le attualizzazioni risultano un po’ slegate dall’analisi. Ugualmente, gli aspetti introduttivi ai singoli libri sono veramente appena accennati; in sintonia con le scelte delineate sopra, ci starebbe bene anche qualche pagina sintetica sulla teologia dello scritto.

Il volume si presenta per un pubblico ampio e non di specialisti, anche se alcune questioni farebbero discutere piú gli esperti che il lettore medio; penso specialmente alla datazione dei vangeli, che è molto anticipata rispetto alla (pur discussa) opinione comune: Matteo tra il 50 e il 60; Marco al piú tardi nel 45; Luca e Atti prima del 68; Giovanni prima del 70. La proposta è cosí in contro-tendenza che avrebbe bisogno di approfondimenti maggiori; non è sufficiente, per esempio, dire che Luca-Atti non racconta la morte di Paolo perché ancora non è avvenuta...

Ultima sottolineatura: il fatto che un unico autore proponga un seppur breve commento a tutti gli scritti del Nuovo Testamento ha sicuramente il lato positivo dell’unitarietà del lavoro; rimane il limite dell’ampiezza delle questioni affrontate, che si vede per esempio nella bibliografia: sulla lettera ai Galati, per fare un caso, ci sono ben sei commenti degli anni 70, nessuno dal 1979 a oggi; cosí come per Marco manca l’imprescindibile lavoro di Camille Focant, oltre a quelli di Adela Yarbro Collins e Joel Marcus.


C. Broccardo, in Studia Patavina 63 (2016) 2, 521-522