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Brevi lezioni di dottrina sociale
Bartolomeo Sorge

Brevi lezioni di dottrina sociale

Prezzo di copertina: Euro 15,00 Prezzo scontato: Euro 14,25
Collana: Giornale di teologia 397
ISBN: 978-88-399-0897-1
Formato: 12,3 x 19,3 cm
Pagine: 224
© 2017, 20192

In breve

Dall’Indice
Che cos’è la dottrina sociale della chiesa: origine e sviluppo – Il principio del personalismo – Il principio di solidarietà – Il principio del bene comune – La democrazia – L’economia – Le relazioni stato-chiesa – La famiglia – Per una buona politica – Giustizia e misericordia

Descrizione

Uno degli effetti dell’attuale pontificato è la rinascita d’interesse per la dottrina sociale della chiesa, presentata con il taglio universalistico, proprio di papa Francesco.
Il presente compendio, che rappresenta una sintesi del trattato Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa, è stato pensato come uno strumento di larga diffusione del pensiero sociale cristiano, ed è dedicato in primo luogo ai movimenti e alle associazioni giovanili. Ma non solo a loro. Sotto forma di dieci lezioni, infatti, l’autore espone e approfondisce, alla luce degli insegnamenti sociali della chiesa, alcuni tra gli argomenti fondamentali, oggi maggiormente in discussione sia nel mondo cattolico, sia in ambienti di cultura laica.
Il libro, perciò, è particolarmente indicato per impostare un “breve corso” di dottrina sociale, aperto a tutti i “pensanti”, credenti o non credenti, in ambienti parrocchiali o nei numerosi circoli di studio e di cultura o per un ciclo organico di conferenze.

Commento

La visione sociale della chiesa in dieci punti, ad opera di uno dei massimi esperti internazionali.

Recensioni

Quello che presentiamo è un breve compendio di dieci lezioni che nascono dal volume Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa, scritto nel 2016 da p. Sorge, noto politologo e già direttore della Civiltà Cattolica dal 1973 al 1985. Ecco le tappe di questo scritto: dalla nascita della Dottrina sociale alla spiegazione dei princìpi del personalismo, della solidarietà e del bene comune; dal capitolo sulla democrazia nel pensiero della Dottrina sociale a quelli sul rapporto tra Stato e Chiesa e sulla famiglia.

Le chiavi di lettura del volume sono quelle storica e sociologica, perché ogni testo va letto nel suo contesto, ma soprattutto quelle antropologica e spirituale. Anche dalla lettura delle parti più teoriche emerge la lunga e ricca esperienza dell’A.: negli anni romani alla Civiltà Cattolica (1960-85), nella primavera di Palermo (1986-96), durante il periodo di Milano (dal 1996 al 2016) e in tanti altri appuntamenti, come ad esempio quello di Puebla, in Messico (1976), dove fu mandato dal Papa come esperto della Dottrina sociale.

Denominatore comune di queste pagine è sottolineare l’importanza della Dottrina sociale come chiave del discernimento per rispondere da credenti ai temi della convivenza civile. Nell’ultimo capitolo – «La Chiesa italiana dal concilio ad oggi» – l’A., con l’eleganza che contraddistingue la sua scrittura, non si esime dal prendere posizione: «In questo contesto [storico] acquista maggiore visibilità la rivalutazione che papa Francesco oggi fa della “linea montiniana” di rinnovamento ecclesiale, che era stata fatta cadere nel 1978» (p. 195).

In questa parte l’A. spiega la linea montiniana voluta dalla Cei nel 1973 attraverso tre orientamenti: una rinnovata pastorale missionaria; la forza del dialogo in tutte le sue dimensioni (intraecclesiale, ecumenico, interreligioso, interculturale) attraverso la mediazione culturale e l’incontro; e una forma di presenza sociale e politica dei cattolici in Italia. Al termine del Convegno di Roma «Evangelizzazione e promozione umana», la Chiesa in Italia accettò la scelta religiosa in politica e il superamento del collateralismo con la Dc, ma non attribuì sufficiente responsabilità ai laici e al metodo sinodale.

Così, dopo un lungo tempo, definito «di normalizzazione», p. Sorge vede ora rifiorire e attuarsi quella stagione nel pontificato di Francesco. Egli afferma: «Quello che colpisce è che l’opzione evangelica per la povertà e per i poveri, di cui parlano il concilio e papa Francesco, non poggia solo sul sentimento. Il primo atto di solidarietà verso i poveri sta nel cambiare i meccanismi perversi che generano le loro sofferenze». Per questo, nel 1968 Paolo VI spiegò ai campesinos di Bogotà che l’impegno per la giustizia è il primo scalino dell’amore. E la XXXII Congregazione generale dei gesuiti (2 dicembre 1974 – 7 marzo 1975), a cui p. Sorge partecipò, precisò che il servizio della fede e la promozione della giustizia sono come i due polmoni di uno stesso corpo. Senza la costruzione della giustizia la fede rischia di essere la negazione dell’incarnazione, di negare cioè il suo fondamento, e la giustizia si trasforma in ideologia. L’A. dichiara: «Con il discorso al Convegno ecclesiale di Firenze, papa Francesco suggella il pieno ritorno del “metodo induttivo” e spinge ad andare oltre» (p. 218). È questo «oltre» che p. Sorge consegna alla responsabilità dei credenti per sognare e progettare la Chiesa che vive nel mondo, senza essere però del mondo.


F. Occhetta, in La Civiltà Cattolica 4039 (6/20 ottobre 2018) 93-94

La data di nascita dell’A. (1929), insieme agli incarichi che ha ricoperto come gesuita – prima come direttore de La Civiltà cattolica, poi del mensile internazionale Popoli e della rivista Aggiornamenti sociali – e alle sue innumerevoli pubblicazioni, lo qualificano come uno dei piú attenti e autorevoli esperti della dottrina sociale della chiesa (Dsc).

Questo ultimo lavoro è un distillato prezioso di un lungo cammino che da quasi sessant’anni l’A. percorre con passione e competenza sulle strade dell’insegnamento sociale della chiesa. È lui stesso a sintetizzare ciò a cui mira con queste dieci brevi lezioni: «Esso potrebbe servire come testo di larga diffusione, soprattutto tra i movimenti e le associazioni di giovani, che mostrano oggi un nuovo interesse per la dottrina sociale della chiesa; potrebbe servire a organizzare nelle parrocchie, o nei numerosi circoli di studio e di cultura, un “corso breve di dottrina sociale” per un primo approccio all’insegnamento della chiesa sui principali temi di cui si discute ai nostri giorni » (p. 6).

Nel 2016, a opera dello stesso A., è uscita la terza edizione del corposo volume: Introduzione alla dottrina sociale della chiesa, un’opera questa che ha avuto la sua prima edizione nel 2006 e poi via via aggiornata fino agli ultimi interventi di papa Francesco, diventando un poderoso volume di 516 pagine. Le dieci lezioni sono una edizione minor dell’Introduzione, anche se non vogliono essere un semplice compendio, ma piuttosto uno strumento di lavoro per addentrarsi nel mondo della Dsc, per poi continuare l’approfondimento attraverso l’edizione maior.

I dieci capitoli in cui si divide il testo analizzano alcuni temi che l’A. ritiene essenziali per comprendere l’attuale contesto socio-politico alla luce della Dsc. La prima lezione fa una breve, ma interessante riflessione sulla legittimità che la chiesa ha di intervenire su temi sociali. In un secondo passaggio, ripercorre a grandi linee le tappe fondamentali dello sviluppo della Dsc. Il merito di questa sintesi è quello di andare subito al nocciolo delle questioni piú significative dei diversi periodi: il tempo dell’ideologia cattolica (1891-1958); quello del dialogo (1958-1978); del nuovo umanesimo (1978-2014); conclude questa prima lezione con la rivoluzione di papa Francesco.

Nelle successive lezioni, l’A. prende in esame tre dei sei tradizionali principi della Dsc, gli altri – sussidiarietà, partecipazione, destinazione universale dei beni – saranno indirettamente analizzati nelle altre lezioni. Il primo, la persona, fondamento e fine dell’agire politico; soggetto in relazione con Dio, con la famiglia e con la società. Il secondo principio, la solidarietà che potrebbe, a detta del gesuita, aiutarci a uscire dalla crisi economica, politica e sociale che stiamo attraversando. La quarta lezione tratta dell’obiettivo che dovrebbe perseguire ogni azione politica: il bene comune. L’A. declina questo principio in due passaggi: la legalità, cioè accettare le regole di comportamento e l’etica, trasmettere valori condivisibili e comprensibili.

Dalla quinta all’ottava lezione vengono presentati alcuni criteri con cui analizzare temi come la democrazia, il sistema economico, il rapporto tra stato e chiesa, la cellula primaria della società che è la famiglia. La democrazia, stretta oggi tra l’antipolitica e il populismo, può recuperare la sua alta vocazione solo se raggiunge un certo livello di maturità; questo significa accostare alla dimensione tecnica, di cui la politica è portatrice, anche una riserva di valori che la chiesa ha il dovere e il compito di proporre. Riguardo all’economica, l’A. ritorna ai motivi che hanno scatenato la crisi che stiamo lentamente lasciandoci alle spalle. Questa infatti ha avuto e continua ad avere radici profonde che si innestano sul terreno dell’individualismo, del consumismo e del profitto. L’economia deve ritornare a essere uno strumento in funzione della persona, vista sempre come fine e mai come un mezzo.

Dopo la caduta della prima repubblica e la diaspora dei cattolici italiani in politica, per l’A. rimane ancora irrisolta la questione del rapporto tra la comunità ecclesiale e quella politica. La settima lezione approfondisce questo tema insistendo sull’importanza di laici formati, mettendo in luce come la gerarchia ecclesiale ha il compito di illuminare le coscienze dei fedeli e non di sostituirsi a esse, come è accaduto in passato. Questa parte del testo si conclude con l’ottava lezione che riflette sulla famiglia alla luce dell’esortazione apostolica Amoris laetitia, facendone una precisa e sintetica analisi.

Le ultime due lezioni cercano di dare delle indicazioni operative su due temi che l’A. ritiene urgenti: l’impegno per una buona politica e il rapporto tra giustizia e misericordia. Riguardo al primo tema: una buona politica si può costruire solamente quando la stessa mantiene una tensione etica e non si piega a scelte di corto respiro. Il vero discernimento va attuato cercando di tenere insieme programmi coraggiosi di riforma e i bisogni impellenti dei cittadini.

Riguardo al rapporto tra giustizia e misericordia, l’A. sottolinea come queste due realtà non sono in contrapposizione tra di loro, ma complementari. La giustizia è il primo gradino della carità, ma non è sufficiente per costruire una civiltà dell’amore, per questa si rende necessaria anche la misericordia. Questa ultima non va confusa però con il buonismo o una sanatoria a basso prezzo; è piuttosto un sentimento che non solo perdona il male commesso, ma spinge a prevenirlo e a evitarlo.

Il volume si conclude con un’appendice sulla situazione della chiesa italiana dal Concilio a oggi. Il periodo che va dalla morte di Paolo VI a papa Francesco è per l’A. un periodo di “normalizzazione”, intendendo con questo termine il tentativo della chiesa italiana di riportare a una «mentalità clericale, che considerava i fedeli laici come esecutori passivi delle direttive dei vescovi o come cristiani di serie B» (p. 202) e la «negazione di ogni spirito sinodale» (p. 205). Ci sembra troppo affrettato etichettare come un periodo di “normalizzazione” i 35 anni di pontificato di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Inoltre, c’è una certa confusione nel definire questo periodo: si sta parlando della chiesa italiana o della chiesa universale? Forse questo è un giudizio troppo sbrigativo su un periodo lungo e complesso, analizzato, per altro, senza usare un valido criterio storico critico.


G. Bozza, in Studia Patavina 65 (2018/2) 397-399

Uno degli effetti del pontificato di papa Francesco è la rinascita dell'interesse per la dottrina sociale della chiesa, un tema che negli ultimi anni sembrava alquanto trascurato, e che l'attuale pontefice ha rilanciato in una prospettiva universalistica. Il presente volume è un compendio del trattato che il medesimo autore ha dedicato alla dottrina sociale della chiesa (DSC), edito nel 1996 dalla medesima casa editrice e più volte ristampato. L’intenzione dell'autore è di offrire uno strumento di larga diffusione che presenti il pensiero sociale cristiano in forma di pratiche lezioni, destinate soprattutto ai movimenti e alle associazioni giovanili.

Così vengono approfonditi alcuni argomenti fondamentali oggi in discussione sia all'interno del mondo cattolico, sia nell'ambito della cultura laica. Il libro, perciò, offre l'opportunità di impostare un «breve corso» di dottrina sociale cristiana aperto a tutti coloro che desiderano studiare e discutere i temi attualmente più importanti per una convivenza pacifica e fondata sulla giustizia tra le singole persone e le nazioni.

Il volume è suddiviso in quattro parti ben collegate tra loro. La prima descrive l'origine e lo sviluppo della DSC, mettendo in rilievo le novità introdotte da papa Francesco. La seconda parte delinea i tre principi fondamentali che sorreggono la DSC: personalismo, solidarietà e bene comune. La terza parte affronta le questioni più urgenti che toccano la democrazia, l'economia la famiglia e i rapporti tra lo stato e la chiesa. L’ultima parte presenta alcuni orientamenti pratici per l'azione politica, come la laicità, il primato del bene comune e la giustizia, che non deve mai essere disgiunta dalla misericordia. Infine, una breve, ma importante Appendice (pp. 193-220), rilegge il percorso compiuto dalla chiesa italiana nel corso degli anni dal postconcilio fino a quella che l’autore chiama la «rivoluzione» di papa Francesco. In realtà, più che di rivoluzione, bisognerebbe parlare di un «ritorno alle origini», cioè la ripresa del metodo induttivo, sintetizzato nei tre famosi verbi: «vedere», «giudicare», «agire». Di tale metodo papa Francesco ha mostrato l'utilizzo concreto nella sua enciclica Laudato si.

Il presente volume è, dunque, un invito rivolto a tutti, credenti e non, a impegnarsi in una «buona politica», non tanto per dar vita nuovamente a un partito di ispirazione cristiana (p. 174), ma perché portatori di un alto ideale di politica, «fondato sulla cultura dell'incontro, illuminato da valori trascendenti e guidato da criteri etici condivisibili laicamente da tutti» (p. 175). Solo così si potrà camminare insieme, credenti e non credenti, per costruire nella giustizia e nella solidarietà, quella che Paolo VI chiamava la «civiltà dell'amore».


L. Dal Lago, in CredereOggi 223 (1/2018) 152-153

Bartolomeo Sorge es un jesuita italiano, reconocido especializado en la Doctrina Social de la Iglesia. Fruto de su larga e intensa vida intelectual comprometida con la investigación y la publicación, actualmente todavía mantiene algunas responsabilidades en cátedras, direcciones de revistas y proyectos de investigación sobre el Magisterio Social Católico. Esta obra es un obligado resumen de otra obra de referencia, sobre la introducción a la doctrina social de la Iglesia. Dotado de cuatro partes, cada una de las cuales desarrolla diferentes capítulos que comienza con el origen y desarrollo histórico de la Doctrina Social desde 1891 hasta la "revolución" del Papa Francisco. La segunda parte, trabaja sobre los principios y reflexiones propios de la doctrina citada, como por ejemplo la trayectoria del personalismo o la solidaridad, así como el principio del bien común. La tercera parte se centra en criterios de juicio como la democracia, la economía, el Estado y la Iglesia o la familia. Y la última parte pretende dar orientaciones para la acción, en base a tres aspectos: por una buena política, justicia y misericordia y, finalmente, justicia y misericordia. Las últimas páginas se centran, a modo de apéndice, en los retos de la Iglesia italiana desde el concilio hasta la actualidad.

Este libro está llamado a edificar a los miembros de los movimientos juveniles cristianos, asociaciones y entidades católicas, así como a estudiantes de la materia, que pueden encontrar en esta obra un orden, una estructura y un fondo notables, que les permitirán adentrarse sin dificultad, en la Doctrina Social Católica.
X. Garí, in Actualidad Bibliográfica 2/2017, 298-299

Un breve ma efficace vademecum per ripensare ma anche per mettere in pratica con agili e puntuali consigli la Dottrina sociale della Chiesa: da Leone XIII a papa Francesco. È l'intento dichiarato con cui il gesuita e già direttore della Civiltà Cattolica, Bartolomeo Sorge, classe 1929, fin dalla prefazione al suo ultimo saggio Brevi lezioni di dottrina sociale (Queriniana, pagine 224, euro 15) invita i lettori a rileggere - seguendo la traccia indicata da papa Bergoglio - il magistero della Chiesa su questioni nodali come: la famiglia, il diritto alla vita, il personalismo cristiano, i principi non negoziabili, il Creato e il ruolo del laicato in politica.

Padre Sorge in questo libro ripercorre indirettamente il suo Novecento facendo emergere la sua ammirazione per Paolo VI che lo volle alla guida dal 1973 de La Civiltà Cattolica. Nel saggio l'autore accenna al filo rosso ideale - si pensi a documenti come le Esortazioni apostoliche Evangelii nuntiandi ed Evangelii gaudium - che intercorre tra Paolo VI e Bergoglio. Ma il religioso non tralascia di rievocare i grandi documenti di Pontefici come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che non hanno mai dimenticato nei loro più importanti pronunciamenti di dare voce a chi non ha voce: basti riprendere in mano - è il suggerimento di Sorge - le encicliche del 1981 e del 2009 Laborem exercens o Caritas in veritate. Testi - a giudizio del politologo gesuita che fu tra i principali estensori dell'enciclica sociale di Paolo VI del 1971, Octogesima adveniens - che in grande anticipo rispetto ai tempi di oggi hanno denunciato i mali di una globalizzazione senza regole. Una robusta parte del volume - e certamente non è un caso - è dedicato all'Esortazione apostolica di Francesco Amoris laetitia (2016) e allo sguardo largo e misericordioso del Pontefice verso le tante famiglie frammentate di oggi.

Leggendo queste pagine si torna inevitabilmente alla passione per le questioni come il bene comune e alla scuola di formazione politica intrapresa proprio da Sorge a Palermo all'istituto Arrupe negli anni Novanta. Padre Sorge in una lunga cavalcata di accenni e ricordi torna ai grandi appuntamenti della Chiesa italiana che hanno cercato di dare una scossa al cattolicesimo impegnato e al suo laicato: dal Convegno della diocesi di Roma del 197 4 a quello ecclesiale nazionale di Loreto (1985) con la sua "scelta religiosa' (caldeggiata dai cardinali Martini e Ballestrero) ai successivi di Palermo (1995) e Verona (2006). Significative sono le pagine che padre Sorge dedica a una figura oggi poco conosciuta ma fortemente incisiva per il suo stile di testimonianza cristiana: il segretario della Cei, l'arcivescovo toscano Enrico Bartoletti (1916-1976). L'autore infine si dice convinto che solo riprendendo e attualizzando la lettura dei «segni dei tempi» tracciata dal Concilio Vaticano II e dallo stile sinodale proposto da papa Francesco nel discorso al Convegno ecclesiale di Firenze (2015) si potrà ripartire da una «Chiesa madre» che, secondo le parole di Bergoglio, sia in grado di «accompagnare», «accarezzare» e «comprendere» la vita di ogni battezzato, vero lievito e sale per tutta la «società civile».


F. Rizzi, in Avvenire 10 gennaio 2018

Erano i giorni in cui sostenevo gli esami di maturità liceale, in un caldo luglio del 1961 segnato proprio dalla tragica morte di Hemingway, come avevo scoperto sogguardando i titoli del giornale che un docente leggeva mentre noi eravamo sottoposti a un esame scritto. Superato quel varco, allora tutt’altro che agevole soprattutto per noi seminaristi classificati tra i privatisti, costretti a portare tutte le materie dell’intero triennio, si era aperta una vacanza di letture libere. Fu in quell’occasione che incontrai un romanzo suggestivo tradotto l’anno prima in italiano (credo nella «Medusa» mondadoriana). Era emblematico già nel suo titolo: Il ponte sulla Drina. L’aveva composto nel 1945 uno scrittore serbo-croato, Ivo Andrić, che aveva ricevuto il Nobel proprio nel 1961 e che morirà a Belgrado nel 1975.

Di quel romanzo – che ha per protagonista il giovane Mehmed Ali, un cristiano deportato dai turchi e destinato a diventare vizir e a erigere proprio quel ponte sul fiume che segna il confine serbo-bosniaco – mi è rimasta inchiodata nella memoria una parabola musulmana evocata nel capitolo XVI. In sintesi, essa narra la creazione della terra da parte di Allah con l’argilla, un’immensa piattaforma che Dio aveva lasciato essiccare al sole per potervi poi collocare le creature. Il demonio, però, approfittando di quell’attesa, incise con le unghie profonde fessure. Allah si accorse che, così, le persone distribuite sulla terra sarebbero state divise e separate tra loro. E allora creò gli angeli che spiegarono le loro ali aiutando gli uomini a incontrarsi tra loro, nonostante le divisioni. La parabola concludeva introducendo il simbolo del libro stesso: «La più grande e buona azione è costruire un ponte» (è quello che ho ripetuto più volte a quel costante progettista di ponti che è l’architetto Calatrava).

Ora, il volume che ho di fronte ha in copertina proprio un ponte-simbolo, espressione drammatica dei conflitti nell’ex-Iugoslavia, quello di Mostar in Bosnia-Erzegovina: eretto nel XVI sec., fu abbattuto nel 1991 e ora è stato ricostruito e, nella foto, la sua ardita silhouette sul fiume Neretva è percorsa da una teoria di persone che transitano dall’una all’altra sponda. È facile vedervi incarnato il motto di papa Francesco «Ponti, non muri» che è anche la matrice simbolica del messaggio sociale cristiano. Una figura importante del mondo ecclesiale italiano (e non è la prima volta che lo evochiamo in queste pagine), il gesuita padre Bartolomeo Sorge, già direttore di riviste prestigiose come La Civiltà Cattolica e Aggiornamenti sociali, propone ora dieci Brevi lezioni di dottrina sociale, proprio all’insegna di quel ponte.

Si tratta di una materia che egli maneggia con grande e riconosciuta autorevolezza, tant’è vero che abbiamo avuto già occasione di segnalare qui la sua opera maggiore, quell’Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa (edita sempre dalla Queriniana) che ora è giunta alla terza edizione. Fermo restando quel caposaldo, padre Sorge ha voluto non tanto farne un riassunto ma individuare una decina di temi particolarmente rilevanti ai nostri giorni e capitali per la stessa concezione cristiana della società. Ovviamente alla base c’è una precisa concezione antropologica che sostiene e orienta l’impegno del cristiano nella piazza della città, nel palazzo della politica, nei mercati e nei percorsi telematici delle Borse, nei modelli economici di sviluppo, nelle stesse abitazioni ove si svolge la vita quotidiana delle persone. Un impegno richiesto da una religione “incarnata” che non fa decollare la fede verso cieli mitici, né la isola nell’aureola sacrale dei templi o nelle nuvole d’incenso della liturgia, ma la invita a entrare in dialogo costante col rumore della storia e a impolverarsi tra le vie ove si vivono drammi e speranze, ove si contratta e si litiga, ove ci sia ama e ci si odia...

Questo ingresso nella polis è, però, delicato, perché è all’insegna di quell'imperativo di Cristo che, se esclude ogni secolarismo esclusivista, cancella anche ogni teocrazia o ingerenza religiosa: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». Legittimità, quindi, di un intervento sociale della Chiesa ma con un limite necessario. Sono interessanti le tipologie moderne sotto cui Sorge rubrica le fasi di questo approccio tra Chiesa e società: dall’“ideologia cattolica” degli anni 1891-1931 alla “nuova cristianità” di Pio XI e Pio XII, dal “dialogo” conciliare (1958-78) al nuovo “umanesimo globale” di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, per approdare alla “rivoluzione” di papa Francesco che privilegia la forza “rinnovatrice” del Vangelo vissuto e testimoniato nella vita del cristiano, i cui corollari sono la gratuità, la scelta della povertà, l’opzione per gli ultimi.

Naturalmente questo schema storico-ideale non vuole comprimere come in uno stampo freddo l’incandescenza delle questioni sociali. Ecco, allora, la sequenza delle varie “lezioni” offerte dal gesuita che ha ripetutamente perlustrato questo orizzonte tematico. Semplificando l’articolazione ramificata del suo discorso, rimanderei il lettore di questo sussidio veramente prezioso – anche per la sua chiarezza didattica che non è però pedante didascalicità – a due poli argomentativi. Da un lato, si fissano nitidamente i principi che reggono la dottrina sociale cristiana: il personalismo relazionale, la solidarietà, il bene comune, tre stelle che illuminano e guidano il percorso del credente nella rete complessa dell’esistenza individuale e civile. D'altro lato, si elencano e si approfondiscono i campi concreti in cui questi principi devono essere calati e declinati: la democrazia, l’economia, la politica, la famiglia, le varie relazioni sociali.

È, questo, un progetto nel quale la Chiesa (ma non solo) è coinvolta come attrice ma non come unica protagonista: la sua, infatti, è soprattutto la funzione di essere voce profetica e testimone efficace. […]


G. Ravasi, in Il Sole 24 Ore 17 settembre 2017

Padre Bartolomeo Sorge ci presenta un compendio di dottrina sociale della Chiesa rilevando il risveglio di interesse per questo tema quale frutto dell'attuale pontificato di Papa Francesco.

In dieci lezioni l'autore non ci offre soltanto un breve corso ed un aggiornamento del suo trattato «Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa» ma ci presenta un contributo che costituisce un invito a riflettere ead approfondire alla luce degli insegnamenti sociali della Chiesa «alcuni tra gli argomenti fondamentali in discussione sia nel mondo cattolico sia in ambiti di cultura laica».

L'infaticabile padre Sorge ci presenta non un «riassunto» del suo trattato ma ci offre un lavoro originale che ci aiuta a capire «il volto della Chiesa rinnovata, abbozzato dal Consiglio Vaticano II ed oggi interpretato dalla svolta evangelica della Evangelii gaudium di Papa Francesco, volto che è quello di una Chiesa serva» (p. 211).

In questa prospettiva il lavoro di padre Sorge ci sollecita a capire e soprattutto a lavorare per una Chiesa capace di dialogo e di incontro in quanto, come ha detto Papa Francesco al convegno ecclesiale di Firenze ai vescovi italiani «il dialogo non è negazione, è cercare il bene comune per tutti ma basandosi sulla solidarietà tra tutti che si fonda la necessità del dialogo e dell'incontro per costruire insieme con gli altri la società civile» (p. 219).

Giustamente l'autore ritiene che «la fede non ostacola la ragione ma la purifica e l'aiuta a capire meglio l'uomo ed i suoi problemi» (p. 9). Infatti la lettura e lo studio di questo lavoro sono un contributo stimolante per quanti lavorano per una società più a misura di uomo.


P. Colella, in Il Tetto 319 (maggio-giugno 2017) 137-138

Il compendio sintetizza il più ampio trattato Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa e si rivolge in primo luogo ai movimenti e alle associazioni giovanili. Padre Bartolomeo Sorge in dieci lezioni approfondisce, alla luce degli insegnamenti sociali della Chiesa, alcuni argomenti fondamentali maggiormente in discussione sia nel mondo cattolico, sia in ambienti di cultura laica. Per questa struttura di stampo didattico, le pagine potrebbero essere usate come libro di testo per corsi brevi di dottrina sociale in ambienti parrocchiali o nei numerosi circoli di studio e di cultura o per un ciclo di conferenze. Interessante la lezione in cui padre Sorge affronta il tema della crisi economico-finanziaria che il mondo intero sta vivendo: la dottrina sociale della Chiesa auspica che la crisi possa essere vissuta come un'opportunità per «riformare in modo equo e solidale l'impresa e lo Stato sociale, che costituiscono rispettivamente l'alfa e l'omega dell'economia sociale di mercato» (p. 102).
T. Cesarato, in Vita Pastorale 6/2017

In un contesto di secolarizzazione, resta – oltre alla ricerca soggettiva di una religiosità senza appartenenza – uno strano interesse verso il parere ecclesiale riguardo alle tematiche sociali. Tale interesse, giusto per non illuderci troppo, spesso ha motivazioni polemiche e pregiudiziali. Nondimeno, tale interazione, pur spesso polemica e discordante, potrebbe essere un'occasione opportuna per intessere un dialogo e per sollecitare una riflessione che si lasci fecondare dalla secolare prassi ecclesiale riguardo alle tematiche che si inglobano da circa un secolo ormai sotto il titolo di dottrina sociale della Chiesa. Da qui l'interesse del breve volume di Bartolomeo Sorge intitolato Brevi lezioni di dottrina sociale.

Il volume costituisce una presentazione snella ed essenziale delle tematiche sviluppate nell'opera più corposa dello stesso autore intitolata Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa. Nasce così l'idea di sviluppare in 10 lezioni gli elementi essenziali della dottrina sociale della Chiesa.

La prima lezione offre una panoramica sullo sviluppo storico della dottrina sociale della Chiesa partendo dalla fase dell'ideologia cattolica giungendo alla fase dell'umanesimo globale inaugurata da Giovanni Paolo II e portata avanti da Papa Benedetto fino alla rivoluzione di Papa Francesco.

Le tre lezioni successive sviluppano tre pilastri, ossia principi, della dottrina sociale della Chiesa. Questi tre principi sono il personalismo, la solidarietà e il principio del bene comune. Sulla base di questi principi, si fondano tutte le lezioni successive che partono da una lezione sulla democrazia, accostando poi la tematica dell'economia, considerando in seguito il tema del rapporto stato-chiesa, per poi vertere sul nucleo fondamentale della società, la Chiesa domestica, ovvero la famiglia.

La terza parte del libro, che si sviluppa in due lezioni, riflette sull'esercizio della politica inserendo in questo esercizio il criterio equilibrante ispirato alla scrittura e alla dottrina della Chiesa tra giustizia e misericordia.


R. Cheaib, in Theologhia.com giugno 2017

Sintesi di un testo pubblicato nel 2006 (Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa) il vol. si presenta come un agile e utile compendio per tutti coloro che, in questa fase storica, vogliono riscoprire o per la prima volta scoprire in che cosa consiste il pensiero sociale cristiano.

Pensato per i movimenti e le associazioni giovanili, ma anche per chi ha visto cadere in crisi consolidate ideologie che non riescono a dare risposte concretamente convincenti, il noto gesuita, in dieci lezioni, espone con la consueta maestria che lo contraddistingue gli insegnamenti sociali della Chiesa.

Un breve corso, dunque, da tenere in borsa, da leggere o da rileggere per far propri concetti, traiettorie che con papa Francesco si sono ulteriormente caricati di tensione morale.
D. Segna, in Il Regno Attualità 8/2017

L’autore, direttore emerito di diverse riviste, tra cui La Civiltà Cattolica, con numerosi saggi all’attivo, offre qui un compendio della dottrina sociale della Chiesa pensato come strumento di lavoro per associazioni giovanili e movimenti, gruppi e parrocchie; vi approfondisce, sotto forma di dieci lezioni, temi attuali e rilevanti per il mondo cattolico e quello laico alla luce degli insegnamenti sociali della Chiesa.
In Adista 9 (4 marzo 2017)

Il gesuita Bartolomeo Sorge in questo volume propone, articolata in dieci punti, la visione sociale della chiesa. L’argomento ha visto un nuovo fiorire d’interesse da quando papa Francesco gli ha dato un deciso taglio universalistico. Il compendio è stato pensato come uno strumento di larga diffusione del pensiero sociale cristiano, ed è dedicato in primo luogo ai movimenti e alle associazioni giovanili. Ma non solo a loro. Il libro è indicato per impostare un breve corso di dottrina sociale, aperto a tutti i “pensanti”, credenti o non credenti, in ambienti parrocchiali o nei numerosi circoli di studio e di cultura o per un ciclo organico di conferenze.


F. Mariucci, in La Voce 7 (24 febbraio 2017)