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Spirito e libertà
Aristide Fumagalli

Spirito e libertà

Fondamenti di teologia morale

Prezzo di copertina: Euro 38,00 Prezzo scontato: Euro 36,10
Collana: Biblioteca di teologia contemporanea 210
ISBN: 978-88-399-3610-3
Formato: 15,7 x 23 cm
Pagine: 496
© 2022

Descrizione

Questo saggio di Aristide Fumagalli propone una concezione rinnovata della teologia morale fondamentale, traducendola in una originale trattazione sistematica. La novità della concezione consiste nell’assumere lo Spirito Santo quale chiave di volta per interpretare e valutare l’agire della libertà umana e l’originalità della trattazione consiste nel prospettare la sua indagine articolando sistematicamente l’interazione tra Spirito e libertà.
Il saggio contempla quattro parti. Nella prima, di natura prospettica, si studiano congiuntamente lo Spirito e la libertà, quali costitutivi dell’amore che caratterizza la morale cristiana. Nella seconda parte, di natura analitica, si studia lo Spirito nella libertà, indagando come lo Spirito agisca nella libertà quale legge dell’amore. Nella terza parte, anch’essa di natura analitica, si studia la libertà nello Spirito, indagando come la libertà, nel dinamismo dell’agire morale, sia responsabile dell’amore donato dallo Spirito. Nella quarta parte, di natura sintetica, si illustra come la vita in Spirito e libertà attui il cammino nell’amore corrispondente all’agire morale cristiano.
Valorizzando la prospettiva pneumatologica per l’elaborazione della teologia morale, il saggio – raccogliendo e sistematizzando lo studio e l’insegnamento di trent’anni – svolge l’affascinante e impegnativo compito di rendere rinnovata ragione della bellezza della morale cristiana.

Recensioni

Spirito e libertà sono i due protagonisti del saggio di A. Fumagalli, il quale manda alle stampe una proposta sistematica in chiave pneumatologica della teologia morale fondamentale. Lo Spirito Santo è assunto come chiave di volta per interpretare e valutare l’agire morale cristiano. La libertà dell’uomo, dal canto suo, non può esser pensata previa e indipendente dall’influsso esercitato dallo Spirito. La libertà sempre e comunque si attua in relazione allo Spirito Santo, corrispondendovi o contrastandolo.

Attraverso questa intuizione, che già era apparsa in Eco dello Spirito, Fumagalli rilegge tutto l’agire morale e i principali capitoli della teologia morale fondamentale, organizzando il libro in quattro parti. Sullo sfondo (ma non troppo) la relazione di Spirito e libertà è declinata in riferimento all’amore di Dio infuso dallo Spirito Santo. La prima parte del libro rende ragione della prospettiva pneumatologica e presenta il pregio di superare la contrapposizione post-conciliare tra etica autonoma e morale della fede, proponendo una via teologica importante a proposito del nesso cardine indagato dalla teologia morale, quello tra libertà umana e verità cristiana. La chiave amorosa, poi, permette di comprendere lo Spirito e la libertà come i costitutivi dell’amore.

La seconda parte indaga la presenza dello Spirito nella libertà, e i modi nei quali quello susciti e inabiti questa. Sempre attraverso una lente pneumatologica, si scorre il dinamismo dello Spirito Santo, descritto come attrazione, come conformazione a Cristo, come filiazione al Padre e come moto di comunione trinitaria. In particolare sottolineiamo l’importante rilettura del tema della legge, che affronta il classico capitolo sulla legge naturale a partire dalla legge nuova, che è la grazia dello Spirito Santo. Questa articolazione illustra un concetto oggi piuttosto spuntato, quale è quello della legge naturale, irrigandolo di dinamismo d’amore. Infatti, l’agire dello Spirito sulla libertà è l’agire dello Spirito quale legge dell’amore. In queste pagine il tema dell’irradiazione dello Spirito è ripercorso attraverso i grandi «luoghi» teologici della Parola biblica, della liturgia sacramentale e della comunione ecclesiale. Sottolineiamo l’importanza del concetto di immaginazione, che lo Spirito suscita nell’ascoltatore delle Scritture, il nesso tra liturgia e morale (poco indagato nella teologia morale) e la rilettura del Magistero in chiave pneumatologica.

La terza parte interroga la configurazione responsiva della libertà verso lo Spirito. La libertòà nello Spirito è la responsabilità dell’amore vissuta dalla libertà. È la parte più lunga e approfondisce i principali e classici capitoli della teologia morale. Sono ripresentati il tema delle fonti della moralità, dopo aver ripercorso lo schema medievale (oggetto, circostanze e fine), la proposta post-conciliare trascendentale ed ermeneutica e il richiamo magisteriale della dottrina dell’intrinsece malum. La chiave relazionale-pneumatologica permette un riproponimento della dottrina teologico-morale attenta a quanto è andato smarrito nel cammino della tradizione e uscendo da certe secche astratte incapaci di rendere ragione del dinamismo che intercorre tra Spirito e libertà. La struttura simbolica dell’azione è l’attenzione teorica da avere per procedere in questa rilettura, capace di tenere insieme lo Spirito che suscita, il soggetto che agisce, il tempo che scorre, il contesto che condiziona. La struttura simbolica torna in campo pure nella presentazione del capitolo sull’opzione fondamentale, dando conto del peso che le azioni hanno e dunque della responsabilità della quale la libertà si deve fare carico. Peccati e vizi, opere di carità e virtù sono temi poco percorsi dalla teologia morale contemporanea che ricevono nuovo impulso in questo saggio. Interessante è il concetto di peccato come dis-amore e la successiva rilettura della classica distinzione tra peccato veniale e peccato mortale.

Infine, la quarta parte presenta la vita in Spirito e libertà e dunque cosa accade nella vita morale e quali dinamismi sono in campo. È il cammino dell’amore, che si dipana tra il discernimento e la vita della coscienza, eco più o meno distorto, frutto dell’interazione tra lo Spirito, che parla, e la libertà, che riflette. La conversione è lo stato di cammino continuo nelle dimensioni di altezza verso Dio, profondità verso se stessi, ampiezza verso il mondo e lunghezza nel tempo. Il saggio si conclude con un capitolo dedicato al compimento escatologico: lo sguardo sull’al-di-là suscita e imprime energie di attesa e di fretta per il Regno già nell’al-di-qua.

In sintesi è un’opera corposa, non solo per le pagine, quanto per il contenuto, che di fatto ripercorre i grandi temi della teologia morale (e non solo, dal momento che ci sono pagine di trinitaria, cristologia, ecclesiologia ed escatologia) attraverso la lente della pneumatologia. L’intuizione chiave è felice: la libertà non può essere neppure pensata se non già in relazione allo Spirito e la vita morale si gioca tutta nel cammino relazionale tra i due. Alla maniera dello scriba del Vangelo, questa intuizione permette di rileggere le cose antiche della tradizione teologico-morale in modo nuovo e più dinamico. Alcuni passaggi sono davvero di grande interesse, quali la lucida lettura della necessità di assumere l’istanza pneumatologica, l’impostazione del tema della legge, una rilettura delle fonti della moralità e dell’opzione fondamentale attraverso la categoria di simbolica dell’azione.

Ci permettiamo di avanzare una riserva a riguardo degli apporti delle scienze psicologiche, neurobiologiche e sociologiche. Sono citati di tanto in tanto, soprattutto a livello dei condizion(ament)i, mentre avrebbero meritato più posto in una visione d’insieme della teologia morale.


F. Scalzotto, in Rivista di Teologia dell’Evangelizzazione 52 (2/2022), 560-562

Il testo di Aristide Fumagalli si articola in quattro grandi parti, nelle quali emergono numerosi meriti dell’autore. Innanzitutto la prospettiva pneumatologica che costituisce il focus dell’intera proposta sistematica di teologia morale fondamentale offerta dall’autore e ne dirige lo svolgimento. La riflessione teologico-morale è chiamata a fare propria l’istanza per cui lo Spirito dispone l’accesso a Cristo ed apre ad un «corretto “cristocentrismo trinitario”, nel quale la missione dello Spirito sia istituita in rapporto essenziale alla missione del Figlio, ed entrambe le missioni siano ricondotte al Padre, quale loro origine e fine» (p. 23).

Una proposta, ed è il secondo merito del testo di Fumagalli, che si impegna a porre il primato dello Spirito in una posizione dialogica rispetto all’identità del soggetto morale inteso come soggetto di libertà. Coerentemente a questa impostazione si apre la prima delle quattro grandi parti in cui si articola il testo, nella quale si riconosce proprio nella relazione tra lo Spirito e la libertà il fondamento stesso della teologia morale (Lo Spirito e la libertà. I costitutivi dell’amore).

Nella seconda parte la suddetta relazione viene svolta analiticamente, evitando estrinsecismi o semplici sovrapposizioni. Lo Spirito, nella sua forza attrattiva, inabita e irrora la libertà (Lo Spirito nella libertà. La legge dell’amore): «La legge morale è l’attrazione che lo Spirito esercita nella libertà affinché l’uomo, cominciando dal grado basilare dell’amore, giunga sino al suo grado supremo» che coincide con l’amare alla maniera di Cristo (pp. 73-74). Ciò avviene in quanto lo Spirito è lo Spirito del Padre e del Figlio, che inabitando l’uomo lo conforma a Cristo (pp. 79-86) e lo rende in Cristo figlio del Padre, la cui figliolanza costituisce il fondamento ultimo della fraternità umana (pp. 87-92): «condizione di una creazione esterna alla Trinità, lo Spirito è al tempo stesso condizione di assunzione di tale creazione all’interno della Trinità» che è comunione in Dio e, in Lui, con l’intera umanità (p. 95).

Con questa chiave di comprensione, espressa in termini di divinizzazione dell’uomo, Fumagalli propone «una rinnovata interpretazione pneumatologica della legge morale» (p. 59) che lo induce a recuperare il senso tommasiano della “legge nuova”, la quale è innanzitutto grazia dello Spirito, e in questa luce rivisita le categorie della “legge eterna” e della “legge naturale”. Nella partecipazione alla comunione trinitaria l’uomo è reso partecipe della comunità dei credenti, l’assemblea dei convocati (l’ekkle¯sía), nella quale la sua libertà è nutrita dalla Parola biblica ed è rigenerata dall’azione della liturgia sacramentale che vive un rapporto di reciprocità, ma anche di tensione con l’agire morale. Sono pagine nelle quali viene sviluppata a tutto tondo la natura ecclesiale dell’agire morale del cristiano, con riferimento anche alla competenza morale del magistero in ordine alla responsabilità della libertà.

Alla forza rigeneratrice dello Spirito che agisce nella libertà quale legge dell’amore, fa eco la responsabilità della libertà nello Spirito. È la terza parte del testo di Fumagalli (La libertà nello Spirito. La responsabilità dell’amore) di natura anch’essa analitica, nella quale vengono declinati i temi classici della riflessione teologico-morale: dalla considerazione del peso dell’azione, all’opzione fondamentale, alle disposizioni interiori che nella forma dei vizi o delle virtù trovano la loro rispettiva manifestazione nel peccato o, viceversa, nelle opere di carità.

Nella trattazione di questi temi spicca un ulteriore pregio del testo di Fumagalli, quello di superare il rischio denunciato dalla Veritatis splendor di una pericolosa dissociazione tra l’oggettività dell’azione e l’intenzionalità del soggetto, tra l’atto categoriale e l’opzione della libertà fondamentale. Lo fa indicando la soluzione nella struttura simbolica dell’azione: l’opzione fondamentale si attua simbolicamente nelle singole azioni morali in quanto esse rappresentano lo stesso «volto morale dell’opzione fondamentale» (p. 220).

Spirito e libertà è il titolo della quarta parte del libro di Fumagalli. In queste pagine viene analizzata l’attuazione dinamica dell’interazione di Spirito e libertà e il movimento che essa imprime all’agire morale. È il cammino dell’amore che passa attraverso il discernimento e affida alla coscienza, eco dello Spirito, il compito del giudizio pratico in riferimento al comandamento dell’amore. Un cammino di conversione permanente che sfocia nel compimento ultimo: non un luogo, ma l’incontro eterno con Dio. Con molta originalità queste pagine evidenziano il tratto escatologico della teologia morale che oltrepassa i confini dell’orizzonte terreno nella definitività della “seconda morte” o nel «suo protendersi continuamente, senza fine, nell’abbraccio di Dio e di tutti coloro che sono in Dio» (p. 433).

Oltre alla sistematicità e alla chiarezza dell’esposizione, è doveroso ricordare almeno altri due elementi di merito. Fumagalli affonda le radici della sua proposta teologico-morale in una robusta teologia dogmatica, rendendo operativa l’unitarietà del sapere teologico ed evitando così di fare della teologia morale una disciplina a latere della riflessione di fede. Inoltre, nell’affrontare le sfide contemporanee, non trascura nulla della ricchezza della tradizione teologico-morale. Dimostrando di padroneggiarla con raffinatezza, ne raccoglie il contributo rivisitandolo alla luce di quella prospettiva innovativa da lui introdotta che, come sottolineato, declina la teologia morale nella relazione tra il dono dello Spirito e la responsabilità della libertà umana di accogliere o di rifiutare tale dono.


P. Mirabella, in Rivista di Pastorale Liturgica 5/2022, 67-68

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