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«E Dio vide che era cosa buona»
Medard Kehl

«E Dio vide che era cosa buona»

Una teologia della creazione

Prezzo di copertina: Euro 43,50 Prezzo scontato: Euro 41,30
Collana: Biblioteca di teologia contemporanea 146
ISBN: 978-88-399-0446-1
Formato: 16 x 23 cm
Pagine: 480
Titolo originale: Und Gott sah, dass es gut war. Eine Theologie der Schöpfung
© 2009

In breve

Con la collaborazione di
Hans-Dieter Mutschler e Michael Sievernich


Un’opera chiara e rigorosa sulla fede cristiana nella creazione. Un tema profondo e affascinante, trattato con la competenza di chi è informato sui più recenti dibattiti scientifici e intende affrontare anziché eludere le questioni scottanti di maggior attualità.

Descrizione

La fede cristiana nella creazione è superata dalla teoria dell'evoluzione?
In cosa consistono il significato profondo e la bellezza, ancora oggi affascinante, della fede cristiana nella creazione? È possibile mostrarne anche la verità? Le intuizioni su Dio e sul mondo che troviamo nel testi biblici e nei grandi pensatori che hanno riflettuto sulla fede nella creazione (come, per esempio, Agostino, Tommaso d'Aquino, Guardini) contribuiscono a umanizzare l'essere umano? E per andare alla radice della questione: Dio continua veramente ad agire nel mondo? Se sì, in che modo? Ma allora come possiamo conciliare le tante forme del male, presenti in questo mondo, con la bontà del Creatore? Cosa ci offre in più la fede cristiana nella creazione rispetto alle spiegazioni del mondo che provengono dalle scienze della natura? Qual è il suo contributo per un'etica ecologica? È in grado di dare impulsi positivi al dialogo Interculturale (per esempio nei confronti dell'islam)?
A tutto questo Medard Kehl dà risposte fondate e comprensibili, senza eludere nessuna questione.
Un'opera chiara, informata in particolare sui dibattiti scientifici, rigorosa, che affronta anche questioni di attualità.

Recensioni

«Il gesuita tedesco M. Kehl offre con questo nuovo volume un importante e valido trattato sul primo articolo della nostra fede. […] L’opera è convincente e si presta molto bene come testo per un corso di protologia. La sensibilità dell’Autore è genuinamente ecclesiale, con costante ricorso alla Scrittura e alla tradizione, ma l’attenzione all’attualità e alle domande del nostro contemporaneo sono sempre tenute in debito conto. È pregevole quindi lo sforzo di elaborare una teologia attenta alle istanze dell’uomo d’oggi. […] Il libro non è solo estremamente meritevole di attenzione da parte di studenti e studiosi di teologia, ma anche – ci pare – fruibile da parte di chiunque voglia penetrare più a fondo l’inizio del Credo cristiano; e questo a tutto tondo, ossia in ambito biblico, storico, spirituale, etico e dialogico-contestuale».


C.L. Rossetti, in Rassegna di teologia 52/4 (2011) 680-684

«Tra i più significativi teologi cattolici attualmente in attività, già noto in Italia soprattutto per un ampio trattato ecclesiologico, il gesuita della Facoltà teologica di St. Georgen, presso Francoforte, offre in questo volume una trattazione solida, compatta e, nell’insieme, anche molto onesta di un locus attualmente al centro del dibattito teologico».


F. Ferrario, in Protestantesimo 66/1 (2011) 93

«Il libro di M. Kehl non delude in nessun punto: pone bene le domande, informa praticamente su tutto ciò che i migliori teologi e scienziati degli ultimi anni hanno detto a riguardo, presenta le proprie opinioni in modo competente e ragionato, e – cosa più importante – costringe il lettore a riflettere».







J. Vives, in Actualidad bibliográfica 92/2 (2009) 169s.

«Un’opera assolutamente originale e di grande valore didattico.
Già in sede di introduzione vanno ravvisati due apporti significativi. Il primo di essi consiste nella spiegazione sintetica dei più importanti concetti riguardanti la teologia della creazione, una sorta di piccolo dizionario dogmatico, in cui la materia è ordinata in base a una distinzione veramente efficace, quella fra creatio (l’atto possibile solo a Dio) e creatura (il frutto dell’azione creatrice di Dio). Il secondo apporto significativo contenuto nell’introduzione riguarda, invece, la presentazione di alcune immagini, desunte dall’esperienza quotidiana, attraverso cui pensare in maniera analogica l’origine del mondo: la natura, l’arte, la politica e la famiglia.
La sezione più originale del manuale è senza dubbio la prima, nella quale l’Autore considera la forma attuale della fede cristiana nel Dio creatore partendo dall’esperienza liturgica e dalla religiosità popolare, ritenute entrambe fonti irrinunciabili per la conoscenza della fede nella creazione. In particolare la veglia pasquale è vista dall’Autore come il "luogo teologico" più evidente della fede nel Dio creatore. […]
La seconda parte del manuale, dedicata alla testimonianza biblica sulla creazione, non presenta differenze sostanziali rispetto alla tradizione manualistica contemporanea. […]
Di grandissimo interesse è la terza parte del volume, relativa all’interpretazione che la fede nel Dio creatore ha ricevuto nel corso della storia. L’Autore vuole evitare di ridurre questa sezione a una cava di citazioni, come a volte accade nella manualistica recente. Egli si limita, pertanto, a prendere in esame quattro passaggi decisivi per la riflessione teologica, rappresentati rispettivamente da Ireneo, Agostino, Tommaso e Romano Guardini. […] Nell’excursus storico appena considerato, l’Autore accenna anche ad alcune delle più importanti questioni dogmatiche relative alla teologia della creazione.
È, tuttavia, la quarta parte del volume a interessarsi specificamente delle questioni sistematiche, in particolare di quelle che sono connesse ad altre verità di fede e su cui è ancora aperto il dibattito teologico. […]
Nell’ultima sezione del manuale, Kehl si occupa di alcune questioni "di confine": la possibilità di un dialogo con le scienze, le emergenti spiritualità della creazione di ispirazione naturalistica, la questione ecologica, il dialogo interreligioso. Nel trattare queste tematiche l’Autore manifesta complessivamente un certo ottimismo. […]
A più riprese, all’interno del manuale, l’Autore ribadisce che le questioni che la fede nella creazione pone all’intelligenza credente non riguardano solo gli addetti ai lavori, ma interessano ogni cristiano, in quanto esse hanno a che fare con la sua esperienza di preghiera. Per il nostro Autore, infatti, "la preghiera è il caso serio e un test concreto per la fede nella creazione". Il fatto che tanti nostri contemporanei oggi facciano fatica a pregare dimostra la loro difficoltà a pensare correttamente la fede nel Dio creatore, la fede, cioè, nel totalmente Altro che si relaziona a noi. In ultima analisi, la "fenomenologia teologica della fede cristiana nella creazione" proposta da Medard Kehl vuole determinare una maturazione proprio in quell’esperienza credente a partire dalla quale egli ha avviato la sua analisi, dando così vita a un circolo ermeneutico davvero fecondo».


F. Badiali, in Rivista di teologia dell’evangelizzazione XVI/32 (2012) 441-445