In breve
Per rivolgersi all’umanità nella sua condizione reale, Dio ha fatto suo lo spessore della nostra carne, inclusa l’affettività: ha “provato emozioni”. Ora, che cosa esse esprimono? Sono semplicemente passioni umane attribuite al divino? Svelano l’intimità di Dio o svolgono un’altra funzione? Con quali strategie interpretarle sul piano teologico?
Un tema stimolante – la vulnerabilità di Dio al tumulto delle emozioni – trattato in modo profondo e dottrinalmente accurato.
Descrizione
Dio ha scelto non solo di parlare la lingua degli uomini, ma anche di farsi uno di loro. Per rivolgersi all’umanità, ha fatto sua la carne umana, inclusa l’affettività. Il Dio biblico è soggetto di emozioni. Eppure, se un Dio incorporeo risulta inidoneo alle emozioni, un Dio emotivo non potrebbe essere semplicemente una (criticabilissima) proiezione umana?
Affrontando il dilemma, quest’opera delinea un itinerario in tre tappe – antropologica, letteraria e teologica – per interpretare le emozioni di Dio. Durand indaga anzitutto il significato delle emozioni e delle passioni umane.
Esplora poi gli scenari biblici, cioè il contesto narrativo-letterario in cui compaiono le emozioni di Dio. Infine passa in rassegna amore, gioia, speranza, piacere, ira, gelosia, tristezza – interpretandone il senso – non solo come nozioni da delucidare, ma anche come tratti di un Dio-in-azione.
.Tratti che si svelano in definitiva come indicatori di un suo coinvolgimento totale.